di EMILIANO AMATO
Un senso di malinconico abbandono, di desolante solitudine pervade in questo momento dell’anno il villaggio di Erchie, incastonato nella valle tra Cetara e Capo d’Orso. D’estate è animato da un effervescente turismo che ne trasforma completamente l’aspetto e la vita, nella stagione più fredda è un borgo fantasma. Il calo della natalità qui è evidente: oggi sono pochissimi i nuclei familiari residenti che resistono, quasi con spirito eroico, in questo clima davvero straniante, che induce allo sconforto. Poche barche capovolte messe al riparo nei pressi dell’arenile: i bar sono chiusi, non vi sono centri di aggregazione, se non fosse per la messa domenicale. I due alimentari sono gli unici esercizi ad alzare le serrande.
Qui i pochi abitanti rimasti, ottantasette, attendono il referendum per chiedere l’annessione al più vicino Comune di Cetara. Di fatto residenti nel Comune di Maiori, da più di due anni hanno promosso una raccolta di firme per chiedere la transizione. Il centro cittadino dista poco più di otto chilometri: per gli abitanti di Erchie è più semplice raggiungere Cetara a poco più di un migliaio di metri.
Qui soltanto due sono gli scolari: un ragazzo di 13 anni e una bambina che frequenta la scuola dell’infanzia, naturalmente a Cetara. «Il paese ha perso la propria identità» ci dice Luigi De Iuliis, 52 anni, presidente dell’associazione “Uniti per Erchie” che dal dicembre 2020 riunisce ventiquattro iscritti, alcuni residenti altrove, che tengono alle sorti del borgo natio. «Quelli della mia generazione hanno frequentato la scuola dell’obbligo a Maiori – ricorda – Ancora oggi, quando vi faccio ritorno, riconosco tutti, tanti volti familiari. Dalla fine degli anni Novanta, invece, i nostri ragazzi sono andati a scuola a Cetara: è chiaro che in un quarto di secolo ci si senta oramai cetaresi a tutti gli effetti». Non si tratta di una secessione dettata da ragioni politiche, bensì sociali: Erchie ha bisogno di uscire dall’isolamento sfruttando la vicinanza geografica, culturale e sociale con Cetara che offre maggiori opportunità di sviluppo e di integrazione. Il medico di base, l’ufficio postale, lo sportello bancario, il tabacchi e gli altri servizi indispensabili distano a poco più di un chilometro.
«Nulla da eccepire per i servizi resi dal Comune di Maiori, ma oggi tutto quello che facciamo è legato inevitabilmente alla realtà di Cetara da cui potrà dipendere lo sviluppo di questo borgo» chiosa De Iuliis.
Lo scorso 9 novembre il Consiglio comunale di Maiori, sull’argomento espresse, con voto unanime, la volontà di preservare l’integrità territoriale del Comune. Ma di recente gli abitanti di Erchie hanno inviato un’istanza al governatore della Campania Vincenzo De Luca per sollecitare il passaggio di competenza.
«Comprendiamo bene le esigenze degli abitanti di Erchie – dichiara il sindaco di Cetara Fortunato Della Monica – Sul caso, la Regione sta adeguando la legge regionale a quella nazionale rispetto a una sentenza della Corte Costituzionale del 2019».
Si tratta della numero 214/2029 relativa al giudizio di legittimità costituzionale della legge della Regione Marche 23 giugno 2014, n.15, riguardo al distacco della frazione di Marotta dal Comune di Fano con l’incorporazione nel Comune di Mondolfo.
«In buona sostanza la sentenza dice che quando si verifica un caso analogo, ad esprimersi dovranno essere soltanto gli abitanti della frazione. Sto condividendo la tematica in Regione con il sindaco di Sant’Egidio del Monte Albino sulla delicata questione dei confini con Pagani» spiega Della Monica.
Se la transizione dovesse avvenire, per Cetara potrebbe materializzarsi anche la definitiva acquisizione del tratto di costa oltre il porto, che ricade nel confine di Maiori, compresa la spiaggetta della “Collata”, ma soprattutto vantaggi per la piccola comunità di Erchie.
