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Fiordo Furore imbrattato, Antonella Marchese concorde con Andrea Ferraioli: «Nostro luogo più caro tra decadenza e incuria»

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In seguito alle polemiche scaturite in seguito alla denuncia degli scempi al Fiordo di Furore, interviene il capogruppo di minoranza “Furore nelle tue mani”, Antonella Marchese contestando l’intervento del sindaco Giovanni Milo. Questi, infatti, avendo mal digerito le dichiarazioni del presidente del Distretto Turistico Andrea Ferraioli, figlio dell’ex sindaco Raffaele, il quale si è limitato a denunciare la realizzazione del graffito urbano su una delle facciate delle casupole che compongono il caratteristico insediamento, sottolineando un dato di fatto: lo stato di abbandono del Fiordo di Furore nel periodo invernale. Si può dire che questo scontro pre natalizio dà di fatto al via all’anticipazione di campagna elettorale in vista delle elezioni della prossima primavera a Furore.

Segue intervento integrale della consigliera Marchese reso alla nostra redazione giornalistica.

«Dopo aver letto la replica di Milo, in primis giudico davvero fuori luogo il modo, tutt’altro che cordiale, di rapportarsi con chi per dovere di cronaca e rispetto della verità, si limita a fare informazione.

Entrando nel merito, la circostanza che il monazzeno sfregiato sia di  proprietà di un privato, non rende l’atto meno grave. L’immobile rientra in un patrimonio inestimabile, dichiarato come tutta la Costa d’Amalfi, patrimonio Unesco ed è componente di un panorama che è il perfetto incontro tra opera della natura ed intervento dell’uomo; il diritto di proprietà del bene c’entra ben poco e non fa venir meno l’interesse pubblico alla sua tutela e, dunque, l’obbligo di adottare ogni necessaria misura dopo accadimenti simili.

Dopodiché, per amore di verità, il Fiordo è stato riaperto nel 2020, (Milo è stato eletto nel 2019), ed è stato riaperto solo grazie al lavoro burocratico approntato dall’Amministrazione Ferraioli e, soprattutto, all’investimento di un privato che ha risolto i problemi di messa in sicurezza di una parte del costone ricadente nel territorio di Conca dei Marini.

La parte di Furore, compresa la Chiesa di Santa Caterina, resterebbero precluse all’accesso.

Dopo cinque anni di amministrazione, cosa vanta???

Aver dato in gestione i beni di proprietà comunale ad un ente che, beninteso, non è neppure il Distretto Turistico Costa d’Amalfi, è stato un errore. La realtà parla da sola: i locali sono allo stato chiusi e maltenuti.

Il Fiordo, come detto nelle aule consiliari, doveva rappresentare un’opportunità innanzitutto per i giovani Furoresi, sempre di meno e in fuga all’Estero.

Un evento all’anno, dopo aver perso peraltro la tradizionale gara del Mar Meeting- Tuffi dalle grandi altezze, non equivale alla gestione del luogo.

Ha detto bene Andrea Ferraioli: purtroppo il nostro luogo più caro versa nella decadenza e nell’incuria e questo episodio ne dà proprio la “triste immagine”».

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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