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I novant’anni di una maestra speciale

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La conoscenza è potere e ancor più è libertà. E’ uno dei grandi insegnamenti della maestra Marisa Mazza che ha formato almeno tre generazioni di ravellesi e scalesi tra il 1960 e il 1996 alle scuole elementari di Scala prima e Ravello poi. Oggi per lei è un giorno speciale: taglia infatti il traguardo dei novant’anni. Una lunga vita, la sua, di straordinario impegno e rigore, dedicata innanzitutto alla missione di insegnante, di sposa e di madre esemplare. Originaria di Sarno dov’è nata il 5 ottobre 1933, è stata moglie del compianto Gerardo Bottone che nel 1989 morì prematuramente da sindaco di Scala in carica. Oggi è festeggiata dalla sua famiglia con i figli Alfonso, Filomena, Giuseppe e Anna e gli adorati nipoti che le hanno fatto sentire tutto il loro affetto. Bambini e ragazzi fortunati come lo è stato chi scrive ad averla avuta come insegnante negli anni più formativi. Ai tempi la figura della maestra unica (a tutti gli effetti) si rivelava determinante nella formazione e nella crescita dell’alunno. Italiano, Storia, Matematica, Geometria, Religione: la maestra Bottone (era orgogliosa di portare il cognome da coniugata) ci ha regalato fondamenta solide su cui costruire il nostro futuro. Donna minuta e di grande cultura, dal carattere forte, ai suoi alunni ha insegnato a menadito i “trucchi” della lingua italiana, dalla grammatica alla morfologia, alla sintassi, affinchè al termine del primo ciclo scolastico si parlasse e scrivesse correttamente. In questo tempo di impoverimento linguistico palesi attraverso i social, si rivelano ancor più preziosi quegli insegnamenti.

La cultura dell’educazione, le buone maniere, prima di tutto. Grande attenzione riservava alla storia locale e alle tradizioni religiose: sempre numerose erano le esperienze extrascolastiche che incentivava attraverso le uscite alla scoperta dei monumenti e delle attività culturali che si svolgevano a Ravello. I suoi racconti della Seconda guerra mondiale, che ha vissuto da bambina, affascinavano. E poi i canti: l’Inno di Mameli, Vecchio Scarpone, La Leggenda del Piave, attraverso cui ha seminato il sentimento di amore verso la Nazione e la bandiera, le recite di Natale, i lavoretti, la preghiera al mattino e i fiori alla statua dell’Immacolata nel mese di maggio… quante attività, quanti momenti indimenticabili!

Sono lontani quei tempi ma il ricordo, la conoscenza e la riconoscenza restano immutati verso chi è stata, con premura e saggezza, prima di tutto maestra di vita.

In questo giorno così importante, l’augurio più sincero rivolto alla maestra Marisa Mazza è quello di una vita ancor più lunga e gioiosa.

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