di EMILIANO AMATO
Non tende a spegnersi il clamore suscitato in questi giorni dalla decisione del Consiglio regionale della Campania di approvare, con una maggioranza risicata, la proposta di variante al PUT (L. R. 35/87) avanzata dal Comune di Cetara per realizzare trenta alloggi di edilizia residenziale sociale, in sei corpi di fabbrica, declassando una zona di tutela ambientale.
Sono diverse le preoccupazioni che arrivano specie dal mondo ambientalista di ritrovarsi di fronte ad un nuovo sfregio del paesaggio della Costiera amalfitana, patrimonio UNESCO. È lecito chiedersi, adesso: cosa accadrà? Arriverà davvero il tempo del cemento? Perché sulla vicenda non è detta l’ultima parola.
In attesa della pubblicazione nel BURC del provvedimento, sono state già annunciate iniziative giudiziali che potrebbero ancora paralizzarne l’iter.
Intanto la variante approvata ha aperto la strada alla modifica del PUC di Cetara, con il relativo procedimento. Come si legge dalle carte, mancherebbe ancora almeno il parere della Provincia di Salerno e la valutazione ambientale strategica considerando che l’area interessata è inclusa fra i siti Natura 2000.
Discorso a parte, dopo la modifica, il trasferimento del suolo alle cooperative edilizie e la successiva attuazione dell’intervento a loro cura, con la redazione della progettazione esecutiva sulla quale dovranno essere acquisiti i pareri di tutti gli enti competenti. Nel frattempo non sono da escludere altri colpi di scena se, come preannunciato, sarà coinvolto il governo centrale con il ministero competente in materia paesaggistica.