di EMILIANO AMATO
Un’attesa che sembrava infinita per i genitori e il resto dei familiari di Manuel Cientanni. A distanza di 48 giorni dal tragico incidente nel mare della costiera amalfitana, tra Erchie e Cetara, solo ieri pomeriggio il corpo del 29enne cuoco salernitano, in stato avanzato di decomposizione, è stato rinvenuto.
Quel cadavere portato ieri all’obitorio dell’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno, lacerato sia dall’elica del motore della barca che dai 48 giorni in mare è proprio quello di Manuel. A confermarlo i suoi genitori che hanno visionato le foto di alcuni particolari. Straziati, si sono chiusi nel loro dolore. Già domenica, al momento del recupero in mare a un miglio dalla costa di Erchie da parte di due sommozzatori dei Vigili del Fuoco e gli uomini della Guardia Costiera, il costume, i tatuaggi sull’avambraccio, il colore dei capelli e l’età presumibile non avevano lasciato dubbi. La salma resta sotto sequestro: si attende ora la data fissata dal pubblico ministero titolare delle indagini, il sostituto procuratore Morris Saba, per l’esame autoptico che dovrebbe essere affidato a un docente universitario di caratura nazionale esperto in analisi e autopsie su resti umani e cadaveri particolarmente compromessi (decomposti, carbonizzati, depezzati) per conto di diverse Procure della Repubblica in Italia. Gli esiti potranno offrire maggiori elementi a chiarire le cause della morte di Manuel, ma anche di come sia avvenuto il ritorno in superficie del corpo dagli abissi dopo 48 lunghi giorni. Sono ancora tanti gli interrogativi senza risposta.