23.1 C
Amalfi

Il Capodanno Bizantino: sulla rotta dell’imprenditoria mercantile

ultima modifica

Share post:

spot_imgspot_imgspot_img

di GIUSEPPE GARGANO

I settembre 839: nasce la repubblica indipendente di Amalfi sotto il governo del primo comes Pietro, figlio di Mauro vicario di Antiochia, il capo della più antica colonia virtuale amalfitana d’Oriente. Da quella data in avanti, sino all’854, ogni I settembre venivano eletti i comites, che duravano in carica un anno. Tale sistema temporale era di tradizione bizantina; infatti il I settembre era per Bisanzio e per tutte le terre ad essa collegate l’inizio dell’anno politico, fiscale, agricolo, giudiziario. Anche quando nell’857 la forma del potere in Amalfi divenne a vita, con la nomina del prefetto Mauro, continuarono comunque ad alternarsi i comites annuali suoi collaborati, persino a gruppi di tre.

Con l’affermazione della monarchia ducale tale sistema elettivo cessò, poiché i duchi correggenti (providentia Dei duces) prendevano possesso della carica nel momento in cui decedeva il duca effettivo (gratia Dei dux). La cerimonia della loro incoronazione avveniva nella cappella palatina del S. Salvatore de Birecto di Atrani, mediante l’apposizione sulla testa del novello duca del birecto, una sorta di berretto-corona simbolo della sua potestà.

L’intreccio I settembre – cappella palatina si delineò in età angioina, quando fu stabilita l’elezione annuale dei sindaci delle città e delle terre amalfitane (università) il 15 di agosto ma con entrata in carica il primo giorno di settembre. In aggiunta, la chiesa del S. Salvatore divenne il luogo di riunione dei Parlamenti sino al XVIII secolo, costituiti da tutti i sindaci dello Status Amalfie, per prendere decisioni di comune interesse. Gli ambienti di tali incontri sono coperti a volte a crociera della seconda parte del XIII secolo, collocati a fianco del luogo di culto. Tuttora si conserva ivi una campana di bronzo del 1298, utilizzata pure per la convocazione delle riunioni, la quale reca incisi il giglio angioino e la croce ottagona amalfitana.

La rievocazione del Capodanno Bizantino di quest’anno è relativa all’imprenditoria mercantile amalfitana medievale, per cui la scelta del magister di civiltà amalfitana è caduta su di un personaggio di nazione amalfitana che si è particolarmente distinto in tale settore.

Questa volta sono stati indicati due tutori medievali entrambi originari di Atrani, la città dalla quale il neo magister ha mosso i primi piedi per far poi fortuna, attraverso il sacrificio, l’abnegazione e l’abilità produttiva e imprenditoriale.

Il primo è il nobile e ricco mercante Pantaleone de Comite Maurone, il quale aveva un giro d’affari a carattere mediterraneo e gestiva una flotta privata. Egli era un confidente personale dell’imperatore d’Oriente e dalla corte bizantina progettava interventi militari a difesa della sua patria; fu anche l’artefice principale dell’espugnazione del temibile covo piratesco di al-Mahdia in Tunisia nel 1087. Fu l’iniziatore del ciclo delle porte bizantine donate alle chiese dell’Italia centro-meridionale, cominciando con la cattedrale di Amalfi (1057), per proseguire poi con S. Paolo fuori le mura a Roma (1070) e di S. Michele sul Gargano (1076), mentre suo padre Mauro donava le valve di Montecassino (1066) e fondava due ospedali a Gerusalemme e ad Antiochia tra il 1063 e il 1071.

Il secondo è il nobile mercante Pantaleone Viaretta, il quale nel 1087 donava la porta di bronzo alla chiesa del S. Salvatore de Birecto, allora dedicata a S. Sebastiano, nei pressi della quale sorgeva la sua dimora, forse una casa-torre di quattro piani.

A questi celebri personaggi bisogna aggiungerne una moltitudine più ampia, costituita dai contadini-marinai che seppero investire i capitali procacciati come ingaggi marittimi, insieme a quanto guadagnato con l’agricoltura, per realizzare le societates maris fondate sul contratto di “colonna”, in base al quale dividevano gli utili ricavati in proporzione ai “carati”, le quote-parti della nave da ciascuno possedute.

A questa forma di socializzazione economica si è approcciato Vittorio Perrotta, il nuovo magister di civiltà amalfitana, che si è formato da sé, ideando nuove e valide forme imprenditoriali nel settore dell’abbigliamento.

Nella cappella inferiore dell’abbazia di S. Maria de Olearia di Maiori un affresco antecedente al 987 raffigura, in stile bizantino, insieme alla Vergine, a san Paolo e a san Giorgio, il committente dell’edificio religioso, un ricco mercante che reca su di un panno azzurro il progetto e indossa un camicione e anassiridi bianchi, cioè pantaloni bizantini aderenti che servivano pure per cavalcare. Non conosciamo la sua identità ma il suo aspetto e la sua funzione potrebbero tranquillamente riecheggiare nei tempi moderni il nome di Vittorio Perrotta.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
spot_imgspot_img

articoli correlati

Tunnel Minori, la posizione di Frank Cimini: «Non si parla dell’unica opera pubblica necessaria: la sicurezza del territorio»

«Il progetto di tunnel Minori Maiori ha pieno diritto di cittadinanza tra le opere pubbliche non solo inutili...

Disservizi del trasporto pubblico in Costiera, l’odissea di tre turiste veneziane

Pubblichiamo lettera di denuncia di disservizi del trasporto pubblico in Costiera Amalfitana trasmessa a Sita Sud e ai...

Installazione di protesta nella pinacoteca di Bologna: condannato anche attivista di Praiano

Quattro attivisti ieri mattina a processo perché nel dicembre del 2022 erano entrati alla Pinacoteca di Bologna affiggendo...

Alfonso Ruggiero, il giovane carabiniere di Maiori ucciso in Toscana. Dopo 75 anni una storia mai dimenticata

È rimasta per anni sconosciuta alle cronache locali la storia di Alfonso Ruggiero, il giovane carabiniere di Maiori...