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Il ricordo, a volte, fa male

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di Antonio Schiavo

Ho appena comprato un libro. “Di cosa sono fatti i ricordi”.
Ma chi ha detto che bisogna per forza ricordare?

In serate come queste, reduci da ore di afa improvvisamente interrotta da un vento foriero di pioggia per ora lontana, forse il ricordo fa male.

Ricordi gli occhi limpidi e pieni di ingenuità di una ragazza conosciuta tanto ma tanto tempo fa e che oggi ha varcato la soglia dell’eternità lasciandoci increduli e addolorati.

Ne ricordi lo sguardo immutato rispetto agli anni della tua, della nostra infanzia e adolescenza, la loquacità contagiosa, il desiderio di stare insieme e, magari condividere le sue passioni che non sempre coincidevano con le tue.

Ti tornano in mente le serate trascorse nella cripta della Cattedrale (oggi museo del Duomo) trasformata in circolo ricreativo giovanile oppure teatro “in” stabile, a gareggiare per stare vicino a quello schianto di ragazza con gli short appena comprati.

E Don Luigi che se ne accorgeva ma capiva che in quei primi corteggiamenti non c’era malizia e non c’era peccato benchè si fosse in un luogo semi- sacro.

Poi passa il tempo: le tempeste della vita a volte fanno sfiorire i corpi ma, vivaddio, non aggrediscono lo spirito e proteggono quei ricordi che oggi non hai alcuna intenzione di riportare alla mente perché non vuoi credere a quanto apprendi dalla telefonata di un amico affranto quanto te.

Non vedevo Daniela da tempo, l’ultima volta con Giulia l’avevo incontrata all’uscita di Villa Rufolo, entusiasta e appassionata come sempre per il concerto a cui aveva appena partecipato come in mille altre occasioni agghindata ancora una volta come ospite di una cerimonia per lei importante e degna di essere vissuta con un abito adatto che ai più poteva sembrare eccentrico ma sicuramente brillante e originale.

E, al contrario degli outfit di molti tamarri di  biglietto omaggio, muniti, onorava l’artista, il corpo di ballo o l’orchestra che si era appena esibita sul belvedere più bello del mondo.

Ci raccontò dei suoi problemi di salute ma senza paura, anzi, dopo averci fatto un simpatico e non  invadente “interrogatorio” sulle nostre vite lontane da Ravello, ci diede appuntamento al bar per l’immancabile degustazione di una coppa gigantesca di gelato.

Vedete, cari lettori de Il Quotidiano della Costiera, basta poco per contraddirsi. Avevo detto che non volevo ricordare ma la memoria fa di questi scherzi.

Lo fa quando vuoi bene ad una persona che ti lascia, e ti ritrovi un vuoto strano dentro che il ricordo capace solo di cristallizzare i tempi andati non riesce a colmare.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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