15.2 C
Amalfi

Lorenzo Imperato, la sua lezione di civiltà a un anno dalla morte

ultima modifica

Share post:

spot_imgspot_imgspot_img

di SALVATORE AMATO

Un anno fa, domenica 18 luglio 2021, al termine di un longevo percorso di vita al servizio della famiglia, della scuola, della comunità civile e della cultura, Lorenzo Imperato, all’età di 94 anni, terminava il suo pellegrinaggio terreno.

La notizia della scomparsa suscitava profonda emozione a Ravello, di cui è stato testimone autorevole e fiero protagonista di mutamenti storici, sociali e culturali.

Istituzioni civili, religiose e culturali, nel momento del distacco, esprimevano il corale sentimento di gratitudine per l’autentica testimonianza di civiltà resa a beneficio della Comunità.

Lontano da ogni retorica celebrativa che lo riguardasse ed estremamente concreto nelle azioni da compiersi, le affettuose e doverose testimonianze pubbliche seguite al suo transito rendevano omaggio all’uomo delle istituzioni, all’impegno civile nella tutela e nella valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali e al ruolo operativo in seno all’organizzazione della festa patronale quale appassionato cultore di tradizioni musicali e pirotecniche. Altre ancora toccavano il complesso rapporto con la fede, vissuto nella dimensione intellettuale della continua ricerca della Verità.  

Nessuno dei numerosi incarichi svolti con rigore e determinazione nel lungo e operoso passaggio terreno avrebbe impegnato Lorenzo Imperato quanto quello vissuto con passione profonda in seno all’Associazione “Ravello Nostra”, di cui è stato socio fondatore, consigliere direttivo, presidente, dal 1990 al 2007, e presidente onorario.

Con emozione, nel 2014, nella premessa alla “Cronaca del IV decennio” dell’Associazione Ravello Nostra, tracciava un appassionato bilancio del lungo servizio reso al Sodalizio, ricordando «quell’iniziale scintilla, quel fervore entusiastico», che spinse un gruppo di cittadini a costituirlo, il 19 dicembre 1974.

All’interno della nascente Associazione, per vocazione ideale e impegno civile maturati nell’esperienza di consigliere e poi di assessore del Comune di Ravello dal 1956 al 1970, il Professore era da subito impegnato per il perseguimento di almeno due delle cinque finalità statutarie: sollecitare ogni necessaria e possibile azione intesa alla conservazione ed alla tutela di tutti i beni esistenti e intervenire nel rispetto delle leggi qualora si fossero ravvisate azioni pregiudizievoli all’integrità del patrimonio culturale ravellese.

Invero, la forte azione di sensibilizzazione per la salvaguardia dei beni culturali e ambientali cittadini aveva incontrato anche la sensibilità politica della locale sezione del P.C.I., ma solo nel Sodalizio, filiazione locale di “Italia Nostra”, trovava un autorevole interlocutore istituzionale negli anni in cui il dibattito sulla tutela del patrimonio culturale italiano diventava sempre più acceso nel contesto delle profonde trasformazioni urbanistiche del territorio.

A scorrere le pagine delle cronache del Sodalizio, prima annuali e poi decennali, fin da subito appaiano numerose e costanti le preoccupazioni per la conservazione dell’immenso patrimonio culturale della Città, evidenziate da segnalazioni e proposte concrete, con l’unico fine di preservare con ogni forza il lascito eterno di memoria, che figli poco riconoscenti rischiavano di cancellare.

Ma questa battaglia esaltante, si sa, può provocare anche scoraggianti delusioni, come ebbe a scrivere, nel 2004, nella Premessa alla “Cronaca del III decennio” del Sodalizio. Non sempre, infatti, negli interlocutori istituzionali, trovavano riscontro le continue sollecitazioni dell’Associazione.

Ma con caparbietà, forte del ruolo di coscienza critica del Paese, Lorenzo Imperato ha continuamente insistito in quelle battaglie, anche quando, dopo 17 anni di presidenza, con forte senso di responsabilità, ha favorito un completo ricambio nella gestione del Sodalizio, realizzabile – sono sue parole – «solo con l’alternanza e l’avvicendamento di nuove energie, capaci di replicare i successi del passato e aprire nuovi orizzonti di cultura a beneficio dei giovani».

Una lezione di grande valore etico e un invito di indubbia civiltà che riflettono i tratti distintivi della sua robusta personalità. Per questo motivo coloro che hanno avuto la fortuna sia di un fugace rapporto sia di una più duratura consuetudine, avvertono, ancora oggi e in maniera struggente, il vuoto della sua mancanza.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
spot_imgspot_img

articoli correlati

Scala, 25 aprile festa a Santa Maria dei Monti: una consolidata tradizione di fede. Si inaugura la panchina gigante

di EMILIANO AMATO A Scala il 25 aprile si rinnova la tradizione di fede per Santa Maria dei Monti attraverso la devozione alla Vergine...

Fuori “Maschere”, il singolo del rapper-avvocato salernitano Mastafive. «Rime e arringhe alla ricerca di giustizia»

«Non credo alla tua lingua, credo solo alla famiglia». Parole che incarnano perfettamente l’anima del rapper Signor D,...

Resistenza, gli studenti del “Marini Gioia” di Amalfi approfondiscono la figura del partigiano Adolfo Bella

Mercoledì 24 aprile 2024, in occasione dell'anniversario della liberazione dell'Italia dall'oppressione nazi-fascista, presso l'Istituto di Istruzione Superiore Statale...

L’ANPI Costa d’Amalfi commemora il 25 aprile a Minori

La neocostituita sezione ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), che già conta al suo interno numerosi iscritti provenienti da...