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L’impresa di Amsterdam

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di GIUSEPPE GARGANO

La chiamano “la Venezia del Nord” per i canali che fungono quasi da vie d’acqua tra palazzi sontuosi e decorati, ricordo di una passata potenza marinara che percorreva i sette mari sull’invincibile vascello dell’Olandese volante. Amsterdam accoglie in una sera placida di primo autunno l’armata azzurra del generale Spalletti. I lancieri dell’Ajax, sventolando il vessillo dal palo rosso, simbolo della lancia, in campo bianco, suonano la carica, che s’infrange sul muro azzurro; la reazione dei ciucci partenopei è immediata, irresistibile, recalcitrante. Sei a uno è il risultato che vien fuori dal tappeto verde di gioco; si tratta di tennis? Se non fosse per il nome dello stadio intitolato a Johan Cruijff, uno tra i più grandi campioni della storia del calcio, crederemmo che avessero giocato con racchetta e pallina ma, invece, si è giocato con scarpette e pallone di cuoio.

E’ il trionfo di una strategia calcistica delineata dalla scuola di mister Spalletti, un toscanaccio dalla testa dura che non si arrende e non è mai domo. Il suo schema è il 4-3-3, all’apparenza tradizionale se non fosse per alcune specifiche qualità dei suoi ragazzi. Meret merita la nazionale, viene ingannato soltanto da una deviazione casuale di un attaccante olandese; poi controlla tranquillo la sua porta. Di Lorenzo, terzino destro, fluidifica sulla fascia e si commuove dopo aver schiacciato in rete un cross del georgiano. Olivera, terzino sinistro, difende bene sul suo lato. Rrahmani e Kim sono due armadi impenetrabili al centro della difesa dal colpo di testa micidiale. Anguissa e il “compagno” Zielinski sono mezzali che, come anguille, spingono l’offensiva imprevedibile; mentre Lobotka è un vero e proprio centromediano metodista che interdice il gioco avversario e ripropone azioni di ferma risposta. Il “ciuchino” Lozano dribbla bene sulla destra come tanti numeri sette del passato. Kvaratskhelia con rapidi scambi destro-sinistro “imbappina” i difensori avversari e va facilmente in goal. Il  ruspante Raspadori mostra le sue qualità di centravanti di manovra, diventando l’uomo dell’ultimo tocco in tutti i sensi e riqualificando il suo estro; intanto Simeone è diventato “il re di Coppe”.

Validi si mostrano i “rincalzi” Zerbin ed Elmas, provando che finalmente il Napoli, come le blasonate squadre bianconera e milanesi, ha costruito una rosa d’avanguardia. Dobbiamo ammettere che durante l’estate abbiamo parlato troppo “a vanvera” contro la dirigenza. Il presidente De Laurentis, che ha condotto il Napoli dai bassifondi della serie C alle creste spumeggianti della serie A, proiettandolo verso le ambite mete europee, facendo regolarmente quadrare i conti, oculatamente suggerito dal direttore Giuntoli, ci ha regalato una squadra di prestigioso livello per puntare in alto. Il miraggio dei sofferti e ambiti traguardi sta per diventare una realtà. Azzurro Quotidiano e sempre più quotidiano!   

redazione
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