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Maiori, processo depurazione: qualità eccellente del mare dice che impianto attuale è efficiente

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Tra il 2016 e il 2017 tutti i depuratori della Costiera amalfitana furono sequestrati: sindaci e tecnici indagati. L’intero sistema di sversamento in mare finì nel mirino degli investigatori e al centro di una vicenda giudiziaria. Oggi il fatto non sussiste e molti di quegli indagati sono stati assolti.

Nel caso specifico di Maiori gli accertamenti rivelarono l’inidoneità degli impianti di trattamento delle acque che venivano sversate in mare senza idonea depurazione. Le acque in uscita dagli impianti contenevano sostanze inquinanti che danneggiavano le matrici ambientali di beni pubblici, oltretutto protetti da vincolo paesaggistico. E sotto accusa finirono anche gli interventi di abusivismo edilizio che ingrossavano il flusso di reflui in maniera superiore a quanto, tecnicamente, sopportato dagli impianti. Lunedì scorso la svolta nel procedimento giudiziario durato quasi sei anni: assoluzione per tutti e per tutti i capi di imputazione.

Nel corso del processo è stata depositata ampia documentazione con cui è stata dimostrata l’attivazione dell’Amministrazione comunale e la sostanziale assenza di inquinamento derivante dagli impianti di Maiori, attestato dalle stesse analisi Arpac effettuate a mare nel corso degli anni.

Infatti, la documentazione versata agli atti del processo dimostrava che già l’Amministrazione comunale dell’ex sindaco Antonio Della Pietra, con l’ausilio tecnico del responsabile del servizio, l’ingegner Casola, dal 2010 al 2012 aveva adeguato l’impianto di trattamento primario sito a Costa d’Angolo, attuando una prima depurazione fisico-chimica dei reflui con un nuovo sistema di grigliature, ossigenazione e pulizia da olii, grassi e saponi; e garantito gli impianti, così aggiornati, da un regolare contratto di affidamento per manutenzione ordinaria.

Inoltre, la stessa Amministrazione aveva concluso e collaudato la nuova condotta sottomarina, progettata dalla precedente Amministrazione di Stefano Della Pietra in sostituzione della precedente condotta degli anni Settanta. Un’opera che non rappresenta un mero scarico a mare dei reflui ma che, per le caratteristiche tecnico-funzionali, assicura la definitiva depurazione biologica dei reflui. Infatti, la nuova condotta sottomarina attualmente in funzione – protetta in parte da un sarcofago in cemento armato onde evitare rotture da reti a strascico – si snoda per 850 metri lontano dalla linea di costa fino alla profondità di 50 metri ove termina con un particolare diffusore. La profondità dell’impianto garantisce il sostanziale abbattimento della carica batterica e la definitiva depurazione biologica dei reflui. Infatti, le analisi effettuate all’uscita della condotta sottomarina da Arpac nel corso degli anni hanno sempre evidenziato l’assenza assoluta di carica batterica ed un parametro “eccellente” di qualità delle acque.

In altri termini, l’Amministrazione comunale aveva adeguato le infrastrutture di depurazione, realizzando di fatto un impianto complesso che, integrando trattamento a terra ed in condotta, garantisce di fatto la conformità dei corpi idrici recettori ai relativi obiettivi di qualità.

In ultimo, la stessa Amministrazione aveva progettato ed ottenuto il finanziamento per un nuovo impianto secondario di depurazione, poi annullato nell’agosto 2015 da un provvedimento della Provincia di Salerno.

Per l’occasione abbiamo sentito l’avvocato Vincenzo Rispoli, difensore dell’ex sindaco Antonio Della Pietra. «Siamo in attesa delle motivazioni della sentenza, quindi ogni valutazione è prematura – ci dice il legale – Va tuttavia registrato che la formula assolutoria “perché il fatto non sussiste” non fa solo giustizia dell’operato del mio assistito ma rappresenta un riconoscimento per l’intera Comunità locale. È stato infatti dimostrato come l’Amministrazione comunale si fosse attivata per l’adeguamento e la manutenzione degli impianti, non sussistendo alcuna omissione di atti amministrativi. Ma soprattutto che a Maiori non sussiste alcun disastro ambientale. Una vittoria per tutti gli imputati ma, a maggiore ragione, per l’intera Comunità che può vantare una qualità delle acque secondo i valori previsti dalla legge».

Un esito che rappresenta un evento storico per l’intera Costa d’Amalfi e che fa finalmente chiarezza nel settore della depurazione e sulla qualità delle acque costiere.

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