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Morto Ciriaco De Mita: l’ex presidente del Consiglio e l’amore per la Costiera, dai “Bimbi Irpini” al Porto di Maiori

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L’ex presidente del Consiglio e segretario della Dc, Ciriaco De Mita, è morto stamattina alle 7 nella clinica Villa dei Pini di Avellino presso cui era ricoverato per i postumi di una ischemia. Il sindaco di Nusco era stato sottoposto a febbraio scorso a un intervento chirurgico per la frattura di un femore a seguito di una caduta in casa. Aveva 94 anni.

Sul finire degli anni Ottanta Ciriaco De Mita era contemporaneamente segretario della Democrazia cristiana e presidente del Consiglio: l’uomo più potente d’Italia. Il suo rapporto con la Costiera Amalfitana sin dai primi anni Settanta. A Ravello, contemporaneamente alla sindacatura di Salvatore Sorrentino, fu fautore del completamento dello stabile di Castiglione che per anni fu la “Casa dei Bimbi Irpini” che accoglieva piccoli provenienti da famiglie indigenti dell’Irpinia che qui, di fronte al mare, si avviavano alla formazione. Oggi in quello stesso plesso è ubicato il presidio ospedaliero della Costa d’Amalfi.

De Mita amava trascorrere, negli anni Ottanta, le sue vacanze estive a Maiori. Intimo amico dell’imprenditore ed ex sindaco Giuseppe Della Pietra, lo si incontrava spesso allo stabilimento balneare dell’hotel Panorama per la consueta partita a tressette con gli amici. Maiori deve molto all’interesse di De Mita per il suo sviluppo anche attraverso la realizzazione del Porto Turistico.

Nato a Nusco, figlio di un sarto, dopo il liceo Ciriaco De Mita si trasferì a Milano, alla Cattolica (1949-1953), in un tempo in cui l’ascensore sociale funzionava. Eletto per la prima volta alla Camera nel 1963 vi rimase per trent’anni di fila. Avellino aveva già un leader, Florentino Sullo – un democristiano di raro coraggio che aveva sfidato i palazzinari – De Mita lo sconfisse e ne prese il posto. Nel 1969 divenne vicesegretario della Dc, quattro anni dopo per la prima volta ministro, all’Industria.

Rimase leader del partito per sette anni, fino al 1989, e per un anno pure capo del governo, mentre scorreva una stagione selvaggia, opulenta e crudele. Il Paese rinasceva dopo il buio del terrorismo e scalò le posizioni al punto da diventare la sesta potenza del mondo.

redazione
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