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Positano rende omaggio allo scrittore ebreo Essad Bey: cerimonia al cimitero

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di OLIMPIA GARGANO

La cultura non salva il mondo ma può renderlo migliore, e l’incontro con culture e fedi diverse può favorire la comprensione e la concordia del vivere civile. E’ stato questo uno dei motivi conduttori del percorso inaugurato venerdì 9 dicembre scorso con la presentazione del libro Essad Bey. Un genio in fuga da se stesso e che si conclude oggi (domenica 11 dicembre) nella Cripta della Cattedrale di Amalfi, dove alle 16 e 30 verrà recitata la liturgia del Moleben per celebrare Sant’Andrea secondo il rito ortodosso, e che ieri a Positano ha avuto il suo momento culminante in un intenso programma di incontri e visite guidate, organizzato dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana d’intesa con il Comune di Positano.

Cominciata con la visita alla piccola città verticale dove sono state deposte corone di fiori sulle lapidi della piccola Mechthild Andres, deceduta nel 1942 per febbre tifoide, figlia dello scrittore tedesco che a Positano trovò scampo dalla furia nazista, e di Essad Bey, il proteiforme scrittore di origine ebraica che sulla sua tomba volle un turbante arabo, la giornata è proseguita con visite guidate alla Villa Romana, alla chiesa di Santa Maria Assunta e alla sua cripta medievale.

Gli ospiti provenienti da Amalfi, Maiori, Scala, Agerola e altre località della Costiera sono stati accolti da Giuseppe Vespoli, consigliere con delega alla Cultura, e Angelica D’Urso, segretaria del Sindaco di Positano. Il rito della deposizione delle corone è stato officiato dal parroco don Danilo Mansi. Del gruppo facevano parte gli studiosi Michail Talalay, curatore del volume su Essad Bey, presentato due giorni fa nella Biblioteca Comunale di Amalfi, Sieglinde Hartmann, docente di Germanistica e Slavistica all’Università di Baku (Azerbaijan), Marco Merlini, dell’Institute of Archaeomythology, e l’editore Hans-Jürgen Maurer, dell’omonima casa editrice di Francoforte.

A sorpresa, grazie alla squisita ospitalità dei proprietari Nino e Angela La Camera, i visitatori sono stati accolti nella casa in cui Stefan Andres abitò con moglie e figlie, e dove ambientò il suo racconto Terrazze nella luce, compreso nella raccolta Amata Positano. Racconti dal Sud. Fra le foto dei principali eventi della giornata che mostriamo qui di seguito si vede la botola che conduceva al nascondiglio in cui la famiglia Andres (la moglie, Dorothee, era ebrea) si rifugiava per sfuggire alle perquisizioni del regime.

redazione
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