«Un grande dolore e tanta tristezza investono questo inizio d’anno a Ravello. Marco aveva lasciato questa città per seguire la sua passione per il volo, trasferendosi in Valle D’Aosta. Senza però mai interrompere il suo forte legame con il paese natio. Ad Alfonso ed Angela, alla moglie, al figlio e a tutta la sua famiglia, interpretando i sentimenti di tutta la cittadinanza, esprimiamo il più profondo cordoglio e la vicinanza di tutta la comunità ravellese». Così il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, appresa la notizia della scomparsa di Marco Imperato, il pilota di elicotteri che lo scorso 23 novembre era precipitato sulle montagne biellesi, morto la scorsa notte nel reparto di rianimazione del Cto di Torino, dove era ricoverato da 39 giorni.
Increduli gli amici d’infanzia e chi a Ravello ha visto Marco crescere e formarsi. «Lo ricordo tra le fila dei bambini dell’Azione Cattolica – racconta Roberto Palumbo, ex presidente dell’AC di Ravello – . Lo abbiamo visto diventare uomo, sposo, papà e orgoglio non solo dei tuoi genitori, ma della nostra città. Conservava quell’educazione e quell’umiltà, virtù oggi rare, che già lo avevano caratterizzato da bambino, cresciuto per le vie della nostra Ravello. La sua vita terrena si è conclusa a seguito di quel grave incidente lo ha visto coinvolto mentre era impegnato come ogni giorno a svolgere il suo amato lavoro alla guida di un elicottero. Ora è volato in cielo. Lo guarderemo con gli occhi velati di pianto, ma con la certezza che Qualcuno, al nostro posto, già lo stringe fra le sue braccia».