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Ravello perde uno dei suoi figli più orgogliosi: addio ad Alfonso Calce, pezzo di storia dell’ospitalità

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di EMILIANO AMATO

E’ un giorno freddo e triste, questo, per Ravello. Questo pomeriggio si è spento Alfonso Calce. Lo storico proprietario del Caffè Calce di Piazza Duomo, cavaliere al merito della Repubblica italiana, aveva 86 anni.

Alfonso, self-made man, è un simbolo identitario di Ravello che ha fatto la storia dell’ospitalità col suo bar, vero e proprio biglietto da visita per la città della musica e custode di ricordi indelebili per tutti noi. Più che un bar o una semplice pasticceria, il Caffè Calce è stato – negli anni in cui non esisteva internet – un vero punto social, un luogo familiare dove incontrare giorno dopo giorno la famiglia impegnata tutto il dì.

Negli anni Settanta, durante i primi tempi di gestione dell’attività (lo storico bar Moka venne rilevato dalla famiglia Buonocore, gestori dello storico bar Moka), Alfonso, lavoratore instancabile, terminato il turno mattutino di consegna della corrispondenza (è stato impiegato delle Poste), era pronto a indossare il suo grembiule legato alla vita, fino a notte fonda. Il bar Calce era il nostro bar dello sport, in cui “rifugiarsi” d’inverno, sul soppalco dove erano allocati i videogiochi (una vera e propria area riservata per noi ragazzi degli anni ’80-’90), mentre sulle panche in legno stile saloon gli adulti giocavano a carte o guardavano le partite di coppa. Alla domenica, Novantesimo Minuto era accompagnato dall’odore dei calzoni fritti e delle pizzette appena sfornati nelle iconiche placche nere.

Fino a qualche mese fa, dopo oltre mezzo secolo di sacrifici con l’inseparabile moglie Carmela e i figli, Alfonso ha continuato col suo sorriso ad accogliere clienti e turisti di tutto il mondo dalla sua postazione, tra il banco e la macchina del caffè. Nel tempo la crescita dell’azienda di famiglia ha consentito di ampliarsi alla ricettività e alla ristorazione.

Nel 2016 venne insignito del premio “Fedeltà al lavoro” da parte del Comune di Ravello con questa motivazione: “Instancabile interprete dell’imprenditoria ravellese, al suo sorriso inconfondibile in qualsiasi stagione dell’anno: imperturbabile nelle serate estive, affollate e chic, così come nella familiare intimità delle mattine d’inverno”.

Da qualche mese Alfonso era costretto a casa a causa del repentino peggioramento delle sue condizioni di salute. A stargli sempre vicino la moglie Carmela, i figli Gianfranco, Carmine, Antonio, Rosa e Pina e gli adorati nipoti che ha visto crescere e formarsi.

Una vita lunga e intensa la sua, fatta di lavoro, famiglia e passione.

Negli ultimi tre anni il caro Alfonso, di cui ricordiamo soprattutto generosità, umanità e sensibilità, ha potuto godere almeno di cinque gioie: il titolo di cavaliere al merito della Repubblica Italiana, i festeggiamenti per i suoi sessant’anni di matrimonio, il ruolo di bisnonno, vivere il matrimonio di una delle sue nipoti e, in ultimo, – non certo per ordine d’importanza – la conquista dello scudetto del Napoli, di cui è stato riconosciuto primo tifoso a Ravello.

I funerali si svolgeranno domenica 14 gennaio alle 15,00 nel Duomo di Ravello.

Oggi perdiamo un ravellese orgoglioso e autentico che abbiamo avuto la fortuna di conoscere e apprezzare. Addio caro Alfonso, che la terra ti sia lieve.

Il direttore e la redazione giornalistica del Quotidiano della Costiera partecipano al dolore della famiglia Calce esprimendo i sentimenti del più accorato cordoglio.

Leggi anche:

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