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Jackie Kennedy cittadina onoraria di Ravello: il ruolo determinante del sindaco Lorenzo Mansi nel soggiorno della first lady

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di SILVANO POLVANI*

Jacqueline Kennedy è stata una donna che ha fatto sognare il mondo, bella, seducente e moglie di John Fitzgerald Kennedy, 35° Presidente degli Stati Uniti d’America. La presenza di Jacqueline a Ravello proietta ulteriormente questa perla della costiera nell’orbita pubblicitaria mondiale. Per tutto il tempo che Jacqueline soggiornò a Ravello, giornalisti, fotoreporter, troupe televisive invasero gli alberghi per seguire, così da raccontarle, le gesta della first lady.

Lorenzo Mansi comprese molto bene le capacità mediatiche di Jacqueline e, nel suo ruolo di ospite, si impegnò ad esaltarle e diffonderle. Lo troviamo presente sia nel curare i dettagli del suo arrivo, che del soggiorno che dell’addio. Nulla fu lasciato al caso, il programma fu steso minuziosamente, sino al conferimento della cittadinanza.

La stampa lo ritrasse in gesti di cavalleria come il baciamano, commentò la raffinatezza dei suoi regali, ne sottolineò la presenza pubblica, che fu costante, a fianco della first lady. Di sicuro entrò nelle simpatie di Jacqueline che, quando si riferisce a lui lo fa con tono affettuoso, confidenziale, usando parole che si dedicano ad un amico. Per lei Don Lorenzo autorizzò feste, tarantelle nella pubblica piazza, momenti di grande coinvolgimento ai quali il popolo ravellese partecipò con entusiasmo. Lorenzo riuscì a compiere in consiglio comunale la magia di mettere tutti d’accordo, maggioranza e minoranza, proponendo un programma che rilanciò nel mondo l’immagine di Ravello.

Ravello da sempre ha ospitato capi di stato e alte personalità di tutte le parti del mondo con discreta e quasi silenziosa attenzione, ma per l’arrivo di Jacqueline Kennedy fu diverso. Per lei si mobilitò un intero paese. Tutti conoscevano la data di arrivo, tutti ne parlavano e sembravano aver creato con la signora americana una certa confidenza, come se fosse di casa; tutti conoscevano i suoi gusti, le sue abitudini, tutti sapevano, per esempio, che la signora Kennedy era una provetta cavallerizza, un’abile sciatrice d’acqua, un’agile e imbattibile tennista.

Le strade e i vicoli erano più puliti del solito, quasi rifulgevano sotto il sole sferzante di agosto; i vialetti, le siepi di bosso delle ville, dei giardini e delle terrazze a picco sul mare furono squadrati, le aiuole erano piene di fiori.

Tutti i servizi funzionarono alla perfezione. La banda comunale già da tempo provava gli inni ufficiali americano e italiano da suonare all’arrivo della bella signora, nonché un vasto repertorio di canzoni napoletane da eseguire durante il suo soggiorno.

Il conferimento della cittadinanza onoraria a Jacqueline Kennedy

Alla vigilia della partenza della first lady, gli abitanti di Ravello, onorati di averla avuta venti giorni gradita ospite, vollero offrire alla bella Jackie una testimonianza di affetto proclamandola cittadina onoraria. La mattina in forma ufficiale si era svolto il consiglio comunale straordinario per deliberare sulla cittadinanza onoraria a Jacqueline.

Nel tardo pomeriggio, alle 19.30 la signora Kennedy varcò di nuovo le soglie del municipio per ricevere nella sala consiliare la cittadinanza onoraria di Ravello. La cerimonia durò all’incirca mezz’ora e si svolse alla presenza dell’arcivescovo di Amalfi, mons. Rossini, del ministro Sullo, dell’onorevole Scarlato, e di altre personalità fra cui il prefetto di Salerno il comm. Gerlini, il questore dott. De Simone, il presidente dell’EPT avv. Bottiglieri, il direttore dello stesso ente dott. Salvatore Di Chiara e numerosi giornalisti.

Nella sala erano state collocate tre cineprese. Jacqueline sorrise e strinse la mano a tutti i presenti, dopo che il segretario le aveva letto il testo della pergamena, custodita in un lungo astuccio di velluto rosso.

Prese la parola il sindaco, Lorenzo Mansi, il quale ringraziò l’ospite per aver prescelto Ravello quale sede delle sue vacanze:

Nel corso millenario della sua storia – le parole del sindaco, cinto della sua sciarpa tricolore questo paese è stato più volte onorato dalla visita e dal soggiorno di illustri per sonalità, ma nessuna di esse ha suscitato nell’animo della popolazione l’ondata di gioia, di simpatia e d’affetto che circonda lei, la sua graziosa figlioletta Caroline e gli altri suoi famigliari, fin dal giorno del suo arrivo. La pergamena che le è stata consegnata afferma che la cittadinanza onoraria le viene conferita come un attestato di riconoscenza e di gratitudine per aver scelto Ravello come luogo di riposo per le sue vacanze estive, e perché lei possa riportare in patria quei sentimenti che i luoghi le hanno ispirato”. Nel rispondere Jacqueline si mostrò commossa. “È la prima volta che mi viene concessa una onorificenza simile. Se prima avevo il desiderio di tornare a Ravello, oggi ne ho il dovere. Auguro che la nostra Ravello e l’Italia possano progredire in pace e in tranquillità con quella sicurezza con la quale marciano i sei leoni che sorreggono il pulpito della vostra cattedrale ravellese”.

Intanto nella piazza sfolgorante di luci si erano radunate circa cinquemila persone. C’era tutta Ravello e molti venuti da fuori.

La signora Kennedy rimase seduta per due ore circa a fianco al sindaco Mansi sul palco eretto sulla scalinata della cattedrale, imbandierata e piena di fiori da dove seguì con vivo interesse il programma folcloristico e canoro allestito in suo onore e che fu tenuto da una numerosa orchestra diretta da Gino Conte.

Alla first lady furono dedicate dieci canzoni del repertorio classico napoletano e due tarantelle ballate dai bambini e dai giovani di Ravello. Anche la piccola Caroline, che, come i cuginetti Radzwill era vestita con un pittoresco costume locale, seduta sulle ginocchia della madre, si era divertita molto. La manifestazione si concluse con l’accensione di un quadro luminoso che stampò nella tiepida notte Ravellese la scritta “W Jacqueline”. Fu questo l’ultimo omaggio alla signora Kennedy.

Il pomeriggio precedente la partenza, la signora Jacqueline ebbe un cordiale colloquio con il sindaco. Aveva inaugurato un nuovo albo d’oro dei visitatori illustri, mettendo la firma sotto una frase da lei pronunziata il giorno del conferimento della cittadinanza onoraria: “Ravello, una cittadina di tanta bellezza in uno del Paesi del mondo che io amo di più”. Consegnò al sindaco una fotografia con questa dedica: “Per il sindaco di Ravello, Lorenzo Mansi, con tanti ringraziamenti di una cittadina”.

Il giorno della partenza, poco dopo le 10 sulla soglia della Villa si presentò il sindaco. Aveva in braccio una scatola di orchidee: “La prego di portare con sé in America i fiori di Ravello”. “Ci resta, nella tristezza del distacco continuò il sindaco il conforto di pensare che sicuramente lei porterà nel cuore il ricordo delle bellezze naturali e della cordiale ospitalità di questo paese, così come nel nostro cuore sarà affettuosamente conservato il ricordo suo e dei giorni felici vissuti non solamente da lei e dalla piccola Caroline, ma anche da tutti noi”. “Sono commossa”, gli rispose la signora Kennedy, “La ringrazio di tutte le attenzioni che in queste tre settimane ha voluto usarmi”. Ebbe un sorriso gentile, ed aggiunse: “Quando poi lei verrà in America, le farò vedere tante cose”. Salì sulla ’600 giardiniera scoperta targata Torino, e passò tra le acclamazioni della piccola folla di turisti e dei ravellesi che si erano raccolti presso la villa.

Il 1962 sarà ricordato come l’anno in cui i media di tutto il mondo accesero i loro riflettori sulla giovane first lady, sulla piccola Caroline, ma soprattutto su Ravello, la Costiera Amalfitana e sull’Italia come Paese del buon vivere.

Lorenzo Mansi non riuscirà ad andare in America, troppi e luttuosi eventi lo impediranno. Oggi il ricordo della visita di Jacqueline a Ravello è quello di una vita sempre più lontana e quanto mai rimpianta.

*estratto del libro Don Lorenzo Mansi sindaco di Ravello pubblicato da Effigi (2019)

redazione
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