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Superbonus, Grimaldi (Unaco): «Bisogna salvaguardare il pregresso»

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Si faranno promotori di un tavolo tecnico con gli ordini professionali, il nuovo Governo con le banche.

Agli imprenditori edili e ai cittadini è confermato che la cessione del credito rimane il grande problema del Superbonus 110%. Se questo scoglio non sarà superato, la pur efficace misura varata dal governo centrale rimarrà ferma al palo.

La campagna elettorale non faciliterà certo l’iter: infatti con la caduta del governo Draghi poco cambia se non che i tempi si allungano in vista della scadenza del 31 dicembre 2023.

«La cessione del credito resta il nodo principale da sciogliere, nulla è cambiato fino ad ora e questo sta solo peggiorando una situazione già difficile per imprenditori e cittadini», ha dichiarato al Quotidiano della Costiera Angelo Grimaldi, costruttore e presidente dell’Unaco, l’Unione Nazionale dei Costruttori che da tempo chiede un cambio di passo a livello nazionale.

La situazione attuale mette a rischio soprattutto le aziende, spesso costrette a rinunciare in corso d’opera per evitare il fallimento. «La scadenza del Superbonus 110% è ormai dietro l’angolo, manca troppo poco tempo», ha precisato Grimaldi che ribadisce la posizione dell’Unaco: «Non c’è una chiara interpretazione delle norme, non sono favorevoli, e questo crea danni ingenti alle imprese e conseguentemente ai dipendenti e alle loro famiglie. Molte aziende di varie dimensioni, avevano scelto di investire in maniera importante,  avendo intravisto a ragione, una grande occasione di sviluppo, purtroppo così non è stato».

Per il numero uno dell’Unaco, al momento serve una norma che salvaguardi il pregresso e naturalmente le aziende, «sarebbe auspicabile creare un tavolo di confronto con gli attori principali, a partire dai costruttori, dai commercialisti, delle professioni tecniche e non per ultima, l’Agenzia delle Entrate per trovare una strategia comune che consenta di salvaguardare quanto fatto fino ad ora e dare una sterzata concreta», ha chiarito Grimaldi che aggiunge: «Si è verificato esattamente quanto emerso lo scorso anno e da noi costruttori più volte attenzionato con il blocco delle cessioni e le modifiche che non sono state apportate nonostante le numerose sollecitazioni. I fatti purtroppo hanno confermato i nostri timori, oggi molte aziende sono in difficoltà e questo vale soprattutto per chi ha fatto un grosso investimento convinto di poter portare a termine un progetto e offrire innovazione ai committenti».

Lo scorso anno è stato prodotto oltre il 6% di Pil ma per affrontare il 2024/2025 occorre assumere importanti decisioni. «Serve una norma al bonus ed abbattere l’aliquota anche all’80%, per renderla maggiormente metabolizzata dal sistema fiscale del nostro Paese, poiché se è vero che il superbonus 110% terminerà nel 2023 è altrettanto vero che bisogna dare una risposta chiara e precisa non solo ai costruttori ma anche ai cittadini che speravano di poter sfruttare la misura governativa per gli interventi necessari alle loro abitazioni» ha chiarito Grimaldi evidenziando che l’Unaco sarà vigile, presente e soprattutto collaborativo rispetto al nuovo Governo che avrà il compito di correre ai ripari in tempi assolutamente rapidi. «Noi ci saremo, siamo pronti a vigilare ma ribadisco un concetto semplice: lavori di dieci anni non si possono portare a termine in soli due anni perché si mette a rischio l’intero patrimonio edilizio» ha aggiunto.

Altro problema riguarda le professionalità: mancano tecnici e professionalità, negli ultimi trent’anni non c’è stato più il mercato dell’edilizia per come si era sviluppato nel dopoguerra e di conseguenza è divenuto meno appetibile, allontanando i giovani dall’edilizia depauperando di fatto le professionalità che non si sono più formate.

«Dobbiamo ripartire dai giovani, formarli, permettereloro di specializzarsi e soprattutto avvicinarli al mondo dell’edilizia, in questo modo l’Italia potrà tornare agli antichi splendori, di quando le aziende Italiane realizzavano la maggior parte delle opere importanti nel mondo, ritornare a quel livello significherebbe recuperare competitività e i sacrifici fatti in passato dai nostri avi», ha poi aggiunto il costruttore salernitano che evidenzia quanto l’aumento delle materie prime abbia creato forti difficoltà. «I prezzi delle materie prime per l’edilizia sono in costante aumento, non c’è certezza circa la stabilizzazione. Siamo in una fase di stallo, un limbo che non ci consente di assumere nuovi impegni e tutto a discapito dei cittadini e degli utenti in genere, anche pubbliche amministrazioni».

Soltanto un mese fa, Grimaldi aveva chiesto l’attenzione dell’allora presidente del Consiglio, Mario Draghi. Il governo dovrebbe consentire il completamento dei lavori già iniziati per due motivi principali: evitare il fallimento delle imprese coinvolte (33mila secondo i calcoli degli artigiani del Cna), con la conseguente perdita di posti di lavoro, e scongiurare spiacevoli situazioni per i contribuenti nel bel mezzo di una ristrutturazione.

Nato per incentivare i cittadini a rendere le abitazioni più efficienti dal punto di vista energetico e sicure dal punto di vista sismico, il Superbonus si è rivelata una soluzione difficile da gestire e interpretare e sta portando al fallimento numerose imprese, anche in provincia di Salerno così come a livello nazionale.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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