Il fatto di cronaca che oggi riportiamo sembra appartenere a un vissuto arcaico. Invece è attualissimo.
Minacce di morte, ingiurie, tentativi di aggressioni fisiche anche con l’utilizzo attrezzi agricoli con falci, roncole e bastoni. Tutto per questioni di confini di terreni agricoli. Succede a Tramonti e protagonisti sono due coniugi che finiscono a processo con le accuse di minacce e occupazione di suolo privato. A raccontare il caso è il quotidiano Il Mattino oggi in edicola in un articolo a firma di Petronilla Carillo, da cui la notizia potrà essere approfondita.
I fatti risalgono al 2020. A giudizio finisce una coppia, R.G. e B.M.A., difesa dall’avvocato Luigi D’Uva. Il giudice per le indagini preliminari ha poi riconosciuto parti offese quattro sorelle e il loro fratello che hanno subito nel tempo le aggressioni, tutti difesi dall’avvocato Vincenzo Rispoli.
La denuncia venne presentata dopo le ultime gravi minacce ricevute in campagna da una delle sorelle durante il passaggio – consentito – per accedere alla proprietà. Nella denuncia dei fratelli si legge: «ogni volta che passiamo per quella stradina subiamo violenze da parte del nostro vicino e della moglie. Ci aggrediscono con minacce di morte ed ingiurie gravissime, con frasi in vernacolo aventi questo significato: “puttana, zoccola, ti devo uccidere, anche se vado in galera non mi interessa prima o poi ti ammazzo…”. In altre occasioni ci hanno anche inseguito con falce, roncole e bastoni proferendo frasi in dialetto del tipo “di qua non devi passare, ti dobbiamo ammazzare, farti a pezzi, ti dobbiamo mettere una corda al collo».
Storie antiche, ma sempre moderne.
Fonte: Il Mattino