A Vietri sul Mare sono ripresi i lavori di adeguamento sismico e di riqualificazione energetica della scuola primaria della frazione di Dragonea, fermi da oltre tre anni.
Ad annunciarlo è il sindaco Giovanni De Simone con un post sulla sua pagina facebook corredato da foto in cui si vedono gli operai dell’impresa RS Costruzioni di Cava de’ Tirreni a riaprire il cantiere. La costruzione su più livelli, che si presenta allo stato grezzo con pilastri, tavelle e tavelloni in laterizio a vista, dovrebbe essere completata entro la prossima estate. Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Istruzione per un totale, tra spese progettuali e lavori, di un milione e centomila euro.
«Per il prossimo anno scolastico sarà riconsegnata una scuola nuova e in sicurezza ai giovani del territorio» assicura il primo cittadino.
A denunciare i tre anni di stop, lo scorso mese di maggio, era stato il Comitato Civico Dragonea, evidenziando i disagi per gli alunni costretti a frequentare la scuola di Raito.
Il primo direttore dei lavori, l’architetto Gennaro Torre, aveva rassegnato le dimissioni nello scorso mese di aprile. L’ufficio tecnico comunale ha poi avviato nuove procedure individuando il nuovo responsabile nell’architetto Felice Califano.
Ai dubbi avanzati circa la lentezza dei lavori aveva risposto in maniera approfondita il sindaco Giovanni De Simone, facendo chiarezza.
«Con l’amministrazione precedente, conoscendo in parte le criticità del plesso, decidemmo di candidare al finanziamento Dragonea, anche perché la frazione più popolosa e quella in cui ancora avevamo un buon numero di iscritti – spiegò il primo cittadino -. Cosa che purtroppo sta regredendo anche lì, l’anno prossimo, parlando con il dirigente scolastico, riusciremo a fare a malapena tre classi, Vietri, comunque riesce ancora a mantenere vari plessi aperti, altri paesi della costa o “mai da amai, hanno unificato le varie sedi in una sola ed ancor meno riescono a costituire le classi per le medie, ma questo è un problema di altro carattere, che forse in questo caso non va affrontato. Tornando al finanziamento, siamo entrati in graduatoria ed è stato finanziato, abbiamo fatto la gara di appalto e a gennaio 2020 sono partiti i lavori di messa in sicurezza».
«Il lavoro – proseguì De Simone – consisteva in un rafforzamento del plesso per dare la possibilità di renderlo antisismico, quindi andava affrontato dalle fondamenta. La vera sorpresa è stata trovare le colonne portanti, fatte in cemento armato agli inizi degli anni sessanta, completamente usurate e “mangiate” quasi dimezzate ed alcune ad un quarto di quello che dovevano essere, quindi, oltre al fermo di quasi sei mesi dovuti al Covid, si sono registrati disagi e aumento dei tempi di lavoro, per mettere in sicurezza l’edificio, in molti casi dovendo rifare quasi d’accapo, senza poterlo abbattere, cosa non consentita dal PUT».