Ad Amalfi cresce la preoccupazione per la continua caduta di calcinacci dal campanile del Duomo di Sant’Andrea. Pezzi di intonaco e laterizi si staccano continuamente dalle antiche facciate protese verso il cielo, finendo sui solai delle case sottostanti. Un pericolo quotidiano per i residenti e le centinaia di migliaia di turisti che di qui a poco riprenderanno ad affollare i vicoli dell’antica repubblica marinara alla scoperta dei suoi tesori d’arte. Sulle decorazioni tufacee e marmoree dei fronti esterni logorati è evidente la crescita di vegetazione spontanea le cui radici, a lungo andare, potrebbero ulteriormente penetrare la muratura.
E dire che il Ministero della Cultura (ex Mibact) nel 2018 aveva destinato ben 800mila euro per la riduzione della vulnerabilità della torre campanaria, tra i capolavori architettonici d’Italia. Un congruo importo che si aggiunse ai 230mila euro assegnati l’anno prima alla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino per lavori urgenti di recupero e restauro della facciata del Duomo che si mostrava in cattivo stato di conservazione, logorata dagli agenti atmosferici.
I restauri ai preziosi motivi ornamentali di derivazione bizantina, araba e normanna furono realizzati e conclusi nel 2021 dopo un anno esatto di lavoro, mentre per il campanile non se ne fece nulla. La Curia Diocesana aveva persino presentato alla Soprintendenza un progetto dedicato che sembra non essere stato preso in considerazione. Resta il fatto che dopo cinque anni dall’annuncio dello stanziamento delle somme, alcun intervento in tal senso è stato realizzato.
La torre campanaria del Duomo di Amalfi fu eretta in diverse fasi tra il XII e XIII secolo. Si basa su massicci blocchi in pietra squadrati, mentre il secondo e terzo piano presentano bifore e trifore in stile romanico con colonne e capitelli classici. La sommità è costituita dal corpo centrale cilindrico e quattro piccole torri con tre monofore, è coperta con tegole maiolicate in giallo e verde, di chiaro influsso moresco.