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Clementino, musica e passione a Ravello. Ai bambini dice: “Sognate, leggete e incuriositevi. Emozionatevi”

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Libero, pieno. Autentico, passionale. È Clemente, il ragazzo della porta accanto, che in punta di piedi è entrato nell’auditorium “Oscar Niemeyer” con quell’anima da scugnizzo sognatore per portare un po’ di sè in uno dei posti per eccellenza della musica di Ravello. Emozionato, la sua camicia migliore per onorare l’Auditorium inaugurato da Lucio Dalla, Clementino ha saputo scrivere una delle pagine più intense e vibranti di questo Natale a Ravello. A cuore aperto, con le mani un po’ tremanti e gli occhi lucidi, perché Clementino è cresciuto così tra il teatro e la voglia di venire fuori: il mare lo riconcilia col mondo, la Costiera Amalfitana è un posto di amici dove spesso torna per sentirsi quello di sempre, semplicemente Clemente.

Che Clementino lo conoscono e cercano tutti, ma l’anima immensa di Clemente resta quella di quando appena ragazzino riempiva la sua valigia di sogni e aspettative grandi per segnare il rigore che l’avrebbe reso l’uomo mai troppo adulto per raccontare la sua verità. “Sono onorato, lusingato, felice. Ma mi sento a casa, Ravello da stasera sarà un pezzo di casa – ha commentato visibilmente commosso -. La musica è universale, l’arte è libertà e riuscire ad esprimersi in questa meravigliosa cornice è un’esigenza, naturale bellezza”.

Un occhio che guarda verso l’infinito, Niemeyer lo aveva immaginato così, e ieri sera quell’incantevole palcoscenico ha aperto il suo sguardo a un incontenibile Clementino, che senza risparmiarsi si è raccontato prima di lasciarsi andare alle sue rime. “Sono nato tra una maschera di pulcinella e un sipario da aprire, i miei genitori si sono conosciuti a teatro e così si sono innamorati, la mia passione e curiosità per questo mondo così grande è nata quando mi portavano ai loro spettacoli. Oggi mi sento io il pulcinella del 2022, sono io, ho tanta voglia di sperimentare e non fermarmi mai, la musica è un ossessione, una sorprendente ossessione che mi permette di esprimermi, di dire e fare”. Parole e musica, a riempire una notte di stelle e barre musicali. Una dopo l’altra, come lampadine di un mosaico che accendono le luci più intense: “Dietro le maschere c’è il buio, ma poi arriva la luce. Ed è in quella che dobbiamo sempre ritrovarci, che dobbiamo riconoscerci – ha continuato Clementino -. Spesso riuscire a vederla non è un gioco da ragazzi, ma spingerci verso la libertà e la verità è il sole di questa vita. La luce ti riscalda l’anima, ti fa andare avanti e ti fa sorridere”.

Da Mare di notte a La luce e Cos Cos Cos, passando per Quando sono lontano e Don Raffaè. Fino ad arrivare a La cosa più bella che ho, momento magico che ha visto accanto al rapper tutti i piccoli fan emozionati, e pronti a cantare con un’unica grande voce. “Sognate, guardate, raccontate – li ha esortati -. Leggete e ridete, incuriositevi. Emozionatevi”.

Un viaggio, una chiacchierata tra amici, in quella che lui stesso ha definito un pezzo di casa. E se 21 è uno dei numeri della sua vita, perché “sono le lettere dell’alfabeto che utilizzo per esprimermi ogni giorno ed è la data del mio compleanno”, Ravello non poteva lasciarlo andare via senza un desiderio da esprimere. Una torta per i suoi quarant’anni, dell’amico pasticciere Nicola Pansa di Amalfi, per continuare i festeggiamenti di quello scugnizzo sognatore pieno di energia. E allora buon compleanno Clemente, possa esserci sempre un vento di bellezza “con la voce del vento di chi non ha nulla e che sa cantare”.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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