«Stiamo attraversando un’ora tragica. Un drammatico deficit di umanità a tutti i livelli. La logica del possesso, della conquista degli Stati, delle donne, delle cose ci sta facendo scrivere una delle pagine più buie della nostra storia». Così padre Enzo Fortunato a margine della sua lectio su “donne e pace”, tenuta questa mattina nell’aula “Siani” del Consiglio regionale della Campania in occasione della Giornata Internazionale per il contrasto alla violenza maschile sulle donne.
«È necessario intraprendere l’ora della luce che ci conduca alla logica del donare, del condividere e dell’empatia nelle relazioni» ha rimarcato padre Fortunato alla presenza della vicepresidente del consiglio regionale, Loredana Raia e di tutte le rappresentanti politiche del collegio, sia di maggioranza che di minoranza. Ai banchi dei consiglieri erano seduti le studentesse e gli studenti i degli istituti Terra di Lavoro di Caserta, Morano di Caivano e del liceo classico De Bottis di Torre del Greco, insieme alla professoressa Silvana Bartoletto, dell’Università Parthenope. Dopo i saluti istituzionali di Rosetta d’Amelio ed Armida Filippelli, le toccanti testimonianze di Shervin Haravi e Souzan Fatayer, attiviste per i diritti umani.
«Abbiamo scelto con il presidente Oliviero, di focalizzare l’attenzione sul ruolo delle donne nei Paesi in guerra: le donne sono autentiche portatrici di pace, per far prevalere le ragioni del dialogo, del riconoscimento reciproco, della soluzione politica e diplomatica dei conflitti – ha dichiarato Loredana Raia –Nelle ultime settimane, invece, dopo il gravissimo attentato di Hamas, stiamo assistendo ad una strage di donne e i bambini, strappati alla vita da un modello di gestione dei conflitti che vede nella violenza e nella sopraffazione l’unica via possibile. Conflitti in cui il corpo delle donne diventa un bersaglio e lo stupro un’arma utilizzata per distruggere le comunità e il senso di identità di un popolo. E se, come ha detto Papa Francesco, la guerra è una sconfitta per tutti, qui siamo andati oltre le guerre, questa non è guerra, è terrorismo!».