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Il sensazionalismo e lo sciacallaggio mediatico: quando la notizia è per mero profitto

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La notizia va sempre data (se il fatto è notiziabile). E’ una delle regole auree del giornalismo.

I cittadini vanno messi a conoscenza dei fatti, onde consentire di formulare riflessioni critiche e valutazioni oggettive nei confronti di tutti coloro cui sono affidate pubbliche funzioni che devono essere adempiute “con disciplina e onore” secondo il dettato costituzionale sancito dall’articolo 54 della Carta Costituzionale.

Per questo ci sono i giornali e i giornalisti, iscritti a un albo professionale. Professionisti che gli articoli li firmano con nome e cognome, non con sigle ed esotismi a voler confondere i lettori. E le redazioni sono giornalistiche, sia chiaro.

Oggi in Costiera Amalfitana c’è chi si spaccia per giornalista ma in realtà ha soltanto un unico fine: quello di fare sensazionalismo (e sciacallaggio mediatico) per guadagnare attraverso le notizie spalmandole su portali fotocopia. I cosiddetti acchiappaclick.

Sembra, però, che gradualmente la gente comune si stia rendendo conto di questo gioco scorretto (chi conosce le dinamiche del giornalismo e della comunicazione lo ha compreso da tempo). Anche dopo l’episodio di ieri al Carnevale di Maiori, con gli avvoltoi avventatisi sulla carcassa. Senza ritegno, figuriamoci stile e professionalità.

Il nostro invito, quello del Quotidiano della Costiera, è sempre lo stesso: leggere giornali registrati con direttori responsabili, quindi scritti da giornalisti, verificando sempre la gerenza che solitamente si trova in fondo (per i siti web), diffidando da chi non ci mette la faccia. Non blog di natura commerciale che mescolano notizie di cronaca con pubbliredazionali per meri scopi promozionali.

Quella del giornalista, ci pace ricordarlo sempre, è una professione di grande responsabilità. La nostra campagna di trasparenza e di richiesta di legalità prosegue nelle sedi deputate.

“E’ diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà di informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede” (legge su “Ordinamento della professione giornalistica del 3 febbraio 1963 n. 69).

Emiliano Amato

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