Secondo un’antica usanza popolare, tagliare i capelli il primo venerdì di marzo li farebbe ricrescere più sani e robusti, evitando così, fastidiosi mal di testa.
La tradizione propiziatoria, ancora molto diffusa nel Centro-Sud e anche in Costa d’Amalfi, viene tramandata per via orale ed osservata in special modo per i bambini, ai quali, simbolicamente, può essere anche tagliata una sola ciocca di capelli.
Qualcuno associa questo particolare rito a quelli della Settimana Santa, altri, invece, alle fasi lunari.
Tagliando i capelli con luna crescente, essi aumenteranno più velocemente rispetto ad un taglio eseguito in luna calante che li farà sviluppare più lentamente rendendoli, però, più folti.
Analogo principio veniva seguito nella tosatura delle pecore.
Il mondo contadino, ancora oggi, regola in maniera rigorosa le proprie attività, rispettando le fasi lunari: semina e piantumazioni in luna crescente; raccolto e vinificazione in luna calante.
Presso gli antichi le influenze della Luna erano ritenute indiscutibili, tanto è vero che il nostro satellite veniva considerato come l’unico canale del cielo, ovvero l’imbuto della natura, come lo chiamavano gli alchimisti, attraverso il quale ogni virtù dal cielo affluisce sulla Terra.
Fare il “caruso” ai bimbi il primo venerdì di marzo, però, era anche una questione igienica. Non dimentichiamo, infatti, che fino a quarant’anni fa imperversavano i pidocchi che, nei capelli mal lavati, trovavano una sorta di humus naturale. In questo modo si rispettava la tradizione e, allo stesso tempo, si compiva un’azione per la salute pubblica.