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Lo Stabat Mater di Jenkins commuove Ravello

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di LORENZO IMPERATO

Domenica 14 aprile, nella millenaria cornice di San Giovanni del Toro,  Ravello ha vissuto un momento unico, un connubio perfetto,  tra  musica, danza e parole, di quelli che conciliano il cuore e la mente ed aprono gli orizzonti umani alla bellezza in tutte le sue sfaccettature, grazie allo Stabat Mater di Karl Jenkins, un’opera contemporanea eseguita magistralmente dalla Corale Metelliana.

Organizzatore dell’evento, il presidente del Rotary Club Costiera Amalfitana, il dottore Ulisse Di Palma, instancabile promotore della cultura sul territorio costiero, e la dottoressa Annamaria Sica, presidente della Corale Metelliana. L’evento è stato inoltre promosso dal Rotary Club Salerno, dal Rotary Club di Salerno Est, ed immancabilmente anche da quello di Cava de’ Tirreni.

Ente patrocinatore l’Associazione Ravello Nostra e la Parrocchia Santa Maria Assunta, con il parroco don Angelo Mansi sempre solerte ad accogliere ed ospitare eventi nel nome della cultura.

La serata, iniziata con qualche istante di giustificato ritardo, ha toccato le corde più profonde del cuore dei presenti che,  in un silenzio pregno di meditazione, hanno  vissuto, estasiati, la magia dell’intreccio tra musica e poesia.

Ad aprire il grande momento, i saluti istituzionali da parte dell’avvocato Camillo de Felice, presidente del Rotary Club Salerno est, del dottor Ugo Sorrentino,  presidente del Rotary Club di Cava),dell’ avvocato Ciro Senatore, assistente e formatore del Rotary e dell’avvocato Paolo Imperato, presidente dell’associazione Ravello Nostra.

A concludere gli indirizzi di saluto i due promotori dell’ iniziativa: il dottore Di Palma e la dottoressa Sica, che hanno brevemente illustrato i motivi che hanno portato ad organizzare l’evento nell’antica Chiesa dei nobili,  e la perfetta sinergia che ha portato alla riuscita dell’organizzazione dell’evento. Chi vi scrive ha avuto l’onere e l’onore di condurre la serata, prestando il suo modesto contributo culturale ad un momento   di altissimo spessore.

Terminati i saluti, un  piccolo intermezzo musicale dell’ enfant prodige Giuseppe Mansi, che con il suo immancabile sassofono ha eseguito l’Ave Maria di Bach.  A  seguire, don Angelo, dopo aver letto il Vangelo dall’antico e leggiadro ambone della famiglia Bove, presente in San Giovanni del Toro, ha tracciato un breve ritratto mariano, prendendo spunto dal dolore della Madre, che vede il Suo Figlio spirare in croce.  Lo stare presso la croce di Maria, ha detto il parroco in riferimento al brano evangelico appena proclamato, sia lo stare di ciascuno di noi, chiamati a vivere i momenti di dolore che la vita ci riserva con dignitoso silenzio, perseverante preghiera e costante speranza.

Conclusa la toccante meditazione in chiave mariana, ha avuto inizio, con la lettura di una poesia, scritta proprio da Jenkins per la moglie, e letta dalla Maestra Pomplia Balzano, direttrice della corale, l’esecuzione dello Stabat Mater.  Durante tutto il concerto, una coreografia di luci, coordinata dall’art director Adamo Amalfitano e dal giovane assistente Filippo Amato, ne ha perfettamente scandito i momenti salienti.

 Le mistiche melodie musicali sono state arricchite dalla leggiadra danza del gruppo di ballo “Le Nuvole di vento “ e dalla giovane e brava coreografa Alba Pagano, che ha interpretato la magia della musica con i suoi eleganti movimenti.

Dopo l’esecuzione dello Stabat, che ha letteralmente commosso i presenti, i ringraziamenti da parte della direttrice Pompilia Balzano al Maestro Raffaele Esposito, pianista del coro,  al dottore Di Palma ed ai presenti tutti.

Prima di concludere, un breve saluto da parte del presidente del Rotary di Salerno, l’architetto Umberto Maria Cioffi, che si è complimentato per la perfetta comunione di intenti tra gli enti organizzatori, il cui lavoro è stato oltremodo premiato dal risultato finale dell’evento,  e una chiosa del sottoscritto che, ringraziando particolarmente i giovani presenti, tra cui il sindaco dei ragazzi di Ravello, Raffaele Amato, a rappresentare l’Interact del Rotary all’interno della serata,  si è augurato che, da questa emozionante esperienza, possa nascere un germe d’amore, e  diventare motore immobile del nostro vivere quotidiano.

Nel complesso, la serata vissuta domenica a Ravello, nella gioia pasquale di una calda primavera d’aprile, è stata un grido di speranza in un mondo martoriato dalla guerra. Coltivare questa speranza trasmessaci dalla musica significa ritornare all’essenza della bellezza, unica àncora di salvezza del mondo dai deliri delle armi e dalla barbarie della guerra.

redazione
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