Per la morte del giovane Manuel Cientanni, il cui cadavere è stato trovato rinvenuto nel mare tra Erchie e Cetara domenica scorsa dopo 48 giorni dall’incidente in barca avvenuto nello stesso luogo, risultano indagati i due amici che erano con lui a bordo e il titolare della società di noleggio barche di Salerno che il 14 agosto scorso ha locato lo scafo di sei metri ai tre ragazzi inesperti.
Le versioni dell’incidente rese agli inquirenti a poche ore dalla tragedia da i due ragazzi che erano a bordo con Manuel, il 19enne originario del Marocco (che era al timone al momento della caduta in mare di Manuel, risultato leggermente positivo ai test tossicologici) e il 33enne russo residente a Battipaglia, non collimerebbero.
La barca di sei metri e i loro smartphone vennero immediatamente sequestrati: al vaglio i loro ultimi video e le stories di Instagram con quelle realizzate da Manuel.
Intanto la salma, che resta sotto sequestro, è stata trasferita dall’obitorio del “Ruggi” di Salerno a quello del “Fucito” di Mercato San Severino.
Si attende ora la data fissata dal pubblico ministero titolare delle indagini, il sostituto procuratore Morris Saba, per l’esame autoptico che sarà affidato a un docente universitario di caratura nazionale, proveniente da Catania, esperto in analisi e autopsie su resti umani e cadaveri particolarmente compromessi (decomposti, carbonizzati, depezzati) per conto di diverse Procure italiane. Gli esiti potranno offrire maggiori elementi a chiarire le cause della morte di Manuel, se sia avvenuta in mare o meno, ma anche di come sia avvenuto il ritorno in superficie del corpo dagli abissi dopo 48 lunghi giorni.
Sono molti gli interrogativi che non trovano risposte precise.