di EMILIANO AMATO
L’episodio, da “Cavalleria rusticana” avvenuto ieri a Positano, in cui il morso dell’orecchio suggella in modo primordiale il duello tra due uomini per una donna, mutuato dal giovane di Praiano all’uscita dalla discoteca, cela aspetti psicologici e sociali precisi. Di ragazzi incapaci di gestire sentimenti e frustrazioni.
A spiegarli è lo psichiatra Walter Di Munzio di Cava de’ Tirreni: «Il fenomeno della violenza giovanile, anzi delle esplosioni di violenza giovanile, è aumentato in modo esponenziale dalla pandemia in poi perché probabilmente è uno degli effetti collaterali a medio e lungo termine delle restrizioni attuate durante il periodo della pandemia. Si perde facilmente la capacità del self control. Nel caso di Positano il fattore scatenante è stato il sentimento di gelosia, l’idea del possesso di un’altra persone e dell’esclusività della relazione. La reazione è stata esasperata e fuori controllo e non è correlata alla gravità del caso».
Di Munzio prova a dare una spiegazione sociale all’accanimento nella reazione: «L’emancipazione delle donne nel tempo ha di fatto ridotto il ruolo sociale dei maschi entrati in una fase di crisi d’identità con il crollo dell’autostima e lo smarrimento del loro ruolo. Il problema non può limitarsi all’identificazione di colpe e responsabilità, ma riguarda l’intera società che marcia in un’unica direzione e lascia pezzi per strada, che non riescono a tenere il passo con la progressione dei costumi e delle sovrastrutture sociali che determinano il comportamento umano».
Foto: Polizia di Stato