A Ravello uno degli sport più popolari dell’estate è il lancio delle bottiglie. Si svolge per tre giorni alla settimana: principalmente il lunedì e il venerdì, ma talvolta anche il mercoledì, dalle 7 alle 8,30 circa del mattino, tra le vie del centro storico.
Il gioco consiste nel lanciare sacchi di bottiglie di vetro lasciate all’esterno di ristoranti e bar all’interno del camioncino per la raccolta dei rifiuti. L’obiettivo del gioco sembra essere quello di arrecare disturbo al sonno di residenti e turisti.
Oramai a Ravello non se ne può più: i rumori molesti provocati durante la raccolta della la frazione vetro sono insopportabili. Inutili si sono rivelate le segnalazioni agli Amministratori comunali nonché agli stessi addetti dell’impresa che gestisce il servizio a Ravello. Comprendendo che gli operatori svolgono il loro dovere – ci mancherebbe – si era chiesto soltanto di prestare maggiore attenzione nelle operazioni di raccolta. Ma nulla da fare. I cartoni e le buste “volano” all’interno del raccoglitore del camioncino bianco creando un frastuono insopportabile nel silenzio del mattino.
Si è compreso che la raccolta “porta a porta” dei rifiuti in vetro non funziona, specie quest’anno in cui la quantità di materiali prodotta da bar e ristoranti è abnorme, sintomo di numeri importanti in quanto a presenze turistiche. E’ naufragato sul nascere il tentativo dell’Amministrazione comunale di creare, a partita in corso, il punto di raccolta notturno nel punto periferico dello slargo alla Provinciale 1 o, in alternativa, di prevedere il prelievo “porta a porta” ma alle 10 del mattino.
E non bisogna essere per forza collegiali svizzeri o gentleman inglesi per essere sensibili al rispetto del silenzio in un paese a vocazione turistica di livello internazionale che vanta tre alberghi a cinque stelle. Il riferimento è a tutti coloro che hanno responsabilità in questo ambito, dagli amministratori comunali all’ultimo collaboratore dell’azienda (ultimo in ordine di assunzione), agli esercenti stessi. Sarebbe da ispirarsi a quello “Spirito di Ravello”, il decalogo del professor De Masi, che mette al centro proprio la quiete, il silenzio, che è sempre stato segno distintivo di questo luogo che il mondo ci invidia.
Gli operatori ecologici di Ravello devono essere innanzitutto i custodi del bello e dell’eleganza di antiche strade, piazze, parchi e aree pubbliche e non possono tradire questa missione. Certamente qualcuno, di tanto in tanto, ha il dovere di ricordare la rilevanza del loro ruolo a Ravello, offrire possibilità e mezzi di crescita e formazione, al fine di ottimizzare il servizio. Qui poco centrano paletti burocratici o dinamiche aziendali: questa è semplicemente una questione di buon senso e di rispetto che va necessariamente risolta.