Dal conflitto in Ucraina, alla disinformazione, al trentennio berlusconiano. Ha dato il meglio di sé anche a Ravello Marco Travaglio: ieri sera, nella suggestiva cornice di Vila Cimbrone, davanti circa 150 persone che hanno sfidato la calura pur di ascoltarlo, il giornalista direttore de Il Fatto Quotidiano non ha certo tradito le attese.
Dopo i saluti del direttore di Villa Cimbrone, Giorgio Vuilleumier, e l’introduzione del professor Domenico De Masi, direttore della scuola de Il Fatto Quotidiano, con la discreta conduzione di Emiliano Amato, Travaglio si è lasciato andare a un lungo monologo, piacevole e stimolante, in primis sullo stato attuale della guerra in Ucraina, tema trattato nel precedente libro Scemi di guerra, mettendo ancora una volta in evidenza quanto scellerata sia l’idea di poter continuare un conflitto insensato e immotivato, che peraltro viene fatto passare in modo diverso per come realmente è.
Poi l’attenzione è stata tutta per “Il Santo”, l’ultimo libro di Travaglio, fresco d’uscita, lo scorso 14 luglio. L’opera, è nata velocemente, nel giro di un mese – come ha rivelato l’autore – grazie al vasto archivio già in suo possesso su Silvio Berlusconi. Dati raccolti nel corso di trent’anni durante i quali la figura del “cavaliere” ha cambiato il modo di fare politica, incidendo negativamente anche sul presente, creando cattive abitudini e modi di fare che sono ‘comodi per chi li mette in atto, ma non per chi li subisce’.
Di Berlusconi Travaglio mette in luce una serie di azioni e di fatti, che elenca con dovizia di particolari nell’opera, accomunati dalla matrice della illegalità: vicende personali e gestione degli affari sui quali il giornalista disquisisce mostrando ampia conoscenza dei fatti, frutto di una investigazione attenta, di un certosino reperimento di fonti e testimonianze, durato per anni. Diversi gli aneddoti raccontati sulle notti di Arcore e le protagoniste della stagione del “Bunga bunga”.
Il giornalista ricorda come spesso Berlusconi abbia tentato, anche dopo l’episodio televisivo della sedia spolverata, di portarlo dalla sua parte, anche dopo aver detto che il litigio con Montanelli era da attribuire all’influenza negativa di Travaglio stesso, forse perché ogni tanto gli piaceva l’idea di confrontarsi con qualcuno che aveva il coraggio di dire le cose in modo libero.
Alla domanda del moderatore sullo stato del giornalismo in Italia, Travaglio risponde facendo riferimento al suo giornale, che nasce senza un’appartenenza politica di destra o sinistra, pronto a criticare provvedimenti contrari alla Costituzione italiana, da qualsiasi schieramento provengano e pronto, nel contempo, ad appoggiare qualsiasi iniziativa del governo che invece sia in linea coi principi fondanti di un paese democratico.
Grande successo di pubblico e alto gradimento per una serata di riflessioni, battute, approfondimento, di cui a Ravello si può godere godere sfidando le caldi serate d’estate. A garantire la possibilità di acquisto dei due volumi il Mondadori point di Amalfi.
