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Scala, 25 aprile festa a Santa Maria dei Monti: una consolidata tradizione di fede. Si inaugura la panchina gigante

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di EMILIANO AMATO

Scala il 25 aprile si rinnova la tradizione di fede per Santa Maria dei Monti attraverso la devozione alla Vergine la cui statua dalla cima (1050 metri sul livello del mare) domina tutto il comprensorio.

Da questa postazione, infatti, è possibile godere il panorama della costa, da Amalfi fino a Maiori. E’ un luogo dell’anima, che per qualche anno, intorno al 1730, Sant’ Alfonso Maria de’ Liguori: tra queste montagne il dottore della Chiesa iniziò la sua opera di alfabetizzazione e di assistenza sociale e religiosa delle popolazioni della Costa d’Amalfi. La nuova campana installata nel 2018 comincerà a suonare già di primo mattino.

Alle 10 e 30 la recita del Rosario e a seguire la Santa Messa, celebrata dal parroco padre Vincenzo Loiodice, ai piedi della statua della Vergine che da 35 anni domina la vallata. A seguire l’inaugurazione della panchina gigante, alla presenza del sindaco Ivana Bottone e dei componenti l’amministrazione comunale.

Nella serata di vigilia, invece, esposizione del quadro della Madonna sul piazzale del Rifugio. Alle 21.00 un gruppo di giovani scalesi offrirà un delizioso spettacolo pirotecnico con fiaccolata dal belvedere.

IL RIFUGIO

La casa rifugio in cui fino a due secoli fa, sul luogo detto popolarmente “Punta del campanile”, vi erano i ruderi della chiesetta in cui Sant’ Alfonso esercitò il suo apostolato. Fonti sull”utilizzo della chiesa si hanno in un atto notarile del 30 agosto del 1655, redatto dal notaio Francesco Campanile, in cui il signor Scipione Sorrentino deliberò di dotare la chiesa della somma di trenta ducati l’anno con l’obbligo per il cappellano di celebrare quattro messe alla settimana all’altare di Santa Maria dei monti.

Anche dopo la venuta a Scala di Sant’Alfonso, il culto continuò: in alcuni documenti risulta che nel 1753 si pagavano “annui ducati nove, per il giornale mantenimento di detta chiesa”. Successivamente, l’alluvione del 25 gennaio 1764 danneggiò la struttura e l’arrivo di briganti che si rifugiarono nell’ eremo negli anni seguenti, la fecero scomparire del tutto. Il campanile si trovava lontano dal fabbricato, sul ciglio della valle su cui sorge Scala, così che il suono della campana potesse essere avvertito da tutto il paese sottostante. A questo non toccò sorte migliore: dissestato gravemente dall’alluvione del 1764 crollò definitivamente. La campana, fusa nel 1650, che riportava in rilievo l’immagine della Madonna col Bambino, fu trasportata il 25 luglio 1808 nel Duomo di Scala. Ancora oggi il suo suono scandisce i momenti religiosi della comunità. E’ la campana più antica del campanile.

Tra i pochi ruderi che vi erano rimasti, nel 1988, in occasione del bicentenario della morte di Sant’Alfonso, per iniziativa dei giovani del Circolo ANSPI presieduto dall’indimenticabile Antonio Mansi, fu apposta una statua della Vergine Maria visibile da gran parte del paese, affinché continui sempre a proteggerlo.

Di grande importanza anche la statua della Vergine nota col nome di Santa Maria dei monti, che si trovava sull’altare della ormai scomparsa chiesa, raffigurante la Madonna col Bambino su un lato e dall’altro la Bibbia. Probabilmente questa statua fu scolpita nel tardo cinquecento e dopo il crollo dell’eremo fu trasferita nella chiesa di Santa Maria della neve nell’omonima contrada, da qui nella congrega di Gesù nei pressi del Duomo, ed in fine nel Duomo stesso. Ed é qui che il Redentorista Domenico Capone, la trovò ridotta in condizioni pessime e prossima a disfarsi. Fu restaurata successivamente ed ora si trova nella cappella dei Padri Redentoristi ben conservata. (Fonti storiche: Scala un centro amalfitano di civiltà di Don Cesario D’Amato)

OGGI

Di proprietà comunale, il rifugio è una vecchia casa forestale su due livelli ristrutturata nel 2007 con il finanziamento del Parco dei Monti Lattari, arredato per 12 posti letto con bagno cucina, acqua potabilizzata e generatore elettrico. La struttura si trova al centro di uno snodo importante dell’alta via dei Monti Lattari, situata a metà strada dal Sentiero degli Dei e il Valico di Chiunzi. Dalla scorsa estate è stato affidato al Consorzio di Promozione Turistica Ravello-Scala che grazie allo straordinario impegno di Antonio Bonaventura con l’indimenticabile Pasquale Palumbo l’ha resa una stazione attrezzata destinata agli amanti del turismo naturalistico, con l’organizzazione di eventi.

redazione
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