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In Costiera troppe ‘barchette’ a noleggio non in regola. Gambardella (Trasporto Passeggeri): «Chi deve controllare fa finta di non vedere»

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di EMILIANO AMATO

L’ultima tragedia (evitabile) verificatasi in costiera amalfitana impone una seria riflessione sulla necessità di sicurezza in un territorio dalla particolare conformazione morfologica, sempre più costretto a subire i flussi turistici e incapace di governarli. Colpa dell’overtourism, si direbbe, consapevolmente alimentato anche dall’offerta turistica mutata radicalmente nell’ultimo decennio almeno. Sempre più bed and breakfast e case per vacanza attirano una nuova e cospicua fetta di pubblico a cui viene offerta una serie di servizi come noleggio scooter, auto e noleggio barche. Aumenta il traffico su gomma ma anche quello in mare, Qui non sempre la qualità dei servizi è eccelsa e garantita, ma il giro d’affari è considerevole, tanto che in pochi anni tante persone hanno esteso le proprie società di servizi o addirittura hanno cambiato lavoro diventando imprenditori affermati, specie nel settore del rent a boat, con flotte importanti. Un’escursione in barca, su un motoscafo da 9 metri tra Capri e la Costiera, fino al tramonto, può costare anche 1200 euro al giorno. Ma il settore non è regolato e soprattutto mancano i controlli.

L’allarme arriva da Salvatore Gambardella, presidente dell’Associazione Italiana Armatori Trasporto Passeggeri, che lo scorso 10 luglio ha trasmesso una corposa denuncia alle Capitanerie di Porto e Procure di Napoli e Salerno e alla Guardia di Finanza.

«Sono circa otto anni che si cerca di sensibilizzare le autorità sull’attività commerciale effettuata con unità da diporto del tutto fuorilegge e oltre i limiti della sicurezza in mare, nonché del passeggero trasportato, a discapito del comparto armatoriale del trasporto passeggeri che ne subisce una concorrenza sleale – spiega Gambardella – L’attività commerciale del diporto aumenta anno per anno sotto gli occhi di tutti, specialmente dei controllori, che fanno finta di non vedere e, quando interrogati sul mancato intervento, rispondono che la norma è poco chiara o inapplicabile. Un fenomeno in forte espansione in Campania e in Sardegna.
Nel mirino delle Autorità ricade sempre il trasporto passeggeri con motonavi impiegate su servizi di linea, non di linea e turistici, con equipaggi professionalmente formati e sanitariamente sani, con documentazione e visite di bordo effettuate annualmente dagli enti tecnici e dalle Capitanerie nel rispetto dei regolamenti di sicurezza vigenti».

«Le sciagure fanno male e ciò che è successo giovedì scorso nelle acque della Costiera è inammissibile – aggiunge – La gente viene qui per divertirsi non di perdere la vita.
Grosse responsabilità sono in capo a chi ha consentito in tutti questi anni il proliferare di queste attività senza controlli che sta generando un incremento della concorrenza sleale esercitata nei confronti del trasporto passeggeri e un’economia sommersa di non poco conto. La nostra associazione ha denunciato e comprovato al Ministero dei Trasporti il quale ha espressamente riconosciuto l’esistenza invitando le Capitanerie a porre in essere un’ adeguata attività di controllo».

La differenza tra natante e imbarcazione (come tra una bicicletta elettrica e uno scooter) e l’obbligo dei titoli autorizzativi per il trasporto passeggeri. Il presidente Gambardella svela l’escamotage: «Premesso che la patente nautica è per solo scopo ludico e personale e che i natanti, inferiori ai dieci metri di lunghezza, non sono iscritti nei registri del diporto.
Per imbarcazione a noleggio si intende un’unità di lunghezza superiore ai dieci metri e non superiore ai 24 metri, regolarmente iscritta nei registri, immatricolata e con licenza di navigazione. Per svolgere l’attività deve rispettare quanto previsto dall’ articolo 47 del codice del diporto e avere a bordo un equipaggio regolarmente imbarcato e con i titoli professionali idonei per al conduzione.
Fino a sei persone a bordo è necessaria la presenza di un comandante. Il natante, invece, non ha nemmeno il ruolino di equipaggio, quindi non ha personale imbarcato a bordo che invece risulta essere assunto a terra. Si tratta di personale non qualificato dal consto inferiore. In costiera vi sono circa un centinaio di imbarcazioni e quattrocento natanti a noleggio.

Inoltre può svolgere l’attività di noleggio chi è in possesso dell’abilitazione regionale, della SCIA del Comune, col natante che resta subordinato al proprio circondario marittimo. Se proprio volessimo rispettare le ordinanze, non si potrebbe superare Positano, limite del circondario marittimo di Salerno.
In Campania la legge 21 del 1992 sancisce che per fare uso commerciale del noleggio del natante bisogna avere un’autorizzazione regionale, come per le auto a noleggio con conducente. Anche a mare varrebbe al stessa regola ma nessuno la fa rispettare».

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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