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“Una gioia mai provata”, presentato a Roma l’ultimo libro di Padre Enzo Fortunato

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Ottocento anni fa nacque in una grotta di Greccio. Fu una rivoluzione, e come tale il presepe è raccontato da Padre Enzo Fortunato, che ad esso dedica la sua ultima fatica letteraria  presentata ieri sera, in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri, nella Basilica di Sant’Anastasia al Palatino a  Roma. “Una gioia mai provata” (edizioni San Paolo) è il racconto ragionato e vissuto anche in prima persona di quella che l’autore stesso definisce “la più grande protesta silenziosa che il Santo mette in atto nel suo cammino. Protesta verso una società e una Chiesa che utilizzavano la Croce di Cristo come vessillo per le Crociate, che avevano dimenticato il valore della tenerezza e dell’attenzione verso il prossimo, il più debole, il lebbroso”. Proprio per questo “è stato scelto di presentare il libro nella Giornata Mondiale dei Poveri, affinché aiuti tutti a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà nel mondo”Una riflessione di particolare attualità, visto che giunge a poche ore dalla riflessione di Papa Francesco sulla necessità di non rassegarsi alla logica della guerra, perché la pace in Ucraina è qualcosa di possibile e va ricercata innanzitutto con la preghiera.  Arma potentissima, che serve a garantire i poveri, i deboli, gli immigrati, tutti coloro che, in tempi calamitosi come gli attuali, sono i primi a pagare il costo più alto della malvagità e dell’ingiustizia.

Una preghiera, quella del presepe di Francesco, fatta di uomini e donne, persone reali, che riescono a fare del Messaggio quotidianità. Scrive Domenico Pompili, da poche settimane vescovo di Verona e fino a ieri responsabile della diocesi di Rieti, nell’introduzione: “Quella potentissima immagine di un Dio che si fa uomo nell’estrema povertà era la sola, oggi come ieri, in grado di arrivare al cuore di tutti”.

All’incontro con l’autore hanno partecipato lo scrittore Erri De Luca, monsignor Rino Fisichella e il Maestro Uto Ughi, che all’inizio si è esibito con un omaggio musicale. A moderare la giornalista RAI Maria Rita Cavallo, dopo l’introduzione dal presidente dell’Associazione Giovane Europa, Angelo Chiorazzo. Circa 500 i presenti, tra cui una delegazione giunta in pullman dalla Costiera Amalfitana, terra d’origine di Padre Enzo.

Nel libro, edito dalla San Paolo, l’autore ripercorre la storia e la spiritualità del presepe ad 800 anni dall’intuizione di San Francesco, che lo inventò nel 1223. Sì, sono ottocento anni. E se c’è un segno che da quell’epoca continua ad arrivare a noi, uomini e donne presi dalla nostra quotidianità e dalle tremende cronache dal mondo, questo è il presepe. Opera in cui, sottolinea Padre Fortunato, “Francesco vuole ricordare la pace per tutti, sia per i fedeli che avevano dimenticato Cristo, sia per gli infedeli che lo avrebbero riconosciuto nel tempo secondo la Provvidenza divina”. Otto secoli fa, ma sembra oggi. Anche senza dover pensare subito all’Ucraina.

redazione
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