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Amalfi, sgombero stabilimenti balneari: arriva la sospensiva dal Tar per Marina Grande

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di EMILIANO AMATO

Il TAR blocca temporaneamente lo sgombero di uno dei quattro stabilimenti di Amalfi. Con decreto numero 60/2024, emesso nella giornata di ieri, 29 febbraio, il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (sezione staccata di Salerno, presidente Pierluigi Russo) ha accolto il ricorso presentato dalla società Marina Grande avverso il provvedimento del Comune di Amalfi che intimava lo sgombero dell’area demaniale occupata e la presa in consegna della struttura.

Il provvedimento, una sospensione cautelare, “ai soli fini della sospensione dell’efficacia delle operazioni di rilascio dei suindicati beni demaniali, fino alla pubblicazione dell’esito della camera di consiglio del 9 aprile 2024, fermi restando gli effetti degli altri provvedimenti impugnati e con espressa inibitoria di ogni attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande”.

In buona sostanza i titolari del Marina Grande – che non si erano presentati giovedì 22 febbraio scorso per la consegna delle aree occupate in ottemperanza all’ordinanza comunale – dovranno attendere la data del 9 aprile per la discussione nel merito. Fino ad allora sia il ristorante che il bar non potranno svolgere attività di somministrazione.

Il ricorso era stato presentato per l’annullamento dei recenti atti prodotti dal responsabile del settore Lavori pubblici e Demanio del Comune di Amalfi, l’ingegnere Pietro Fico, dopo la sentenza del Consiglio di Stato dell’aprile dello scorso anno che aveva confermato il via libera agli abbattimenti. A partire dalla dichiarazione di decadenza della concessione demaniale numero 15 del 15.10.08 rilasciata in favore della società ricorrente; l’ordinanza numero 3 del 09.02.24 avente ad oggetto la restituzione e il rilascio dell’area demaniale marittima in località Marina Grande; la nota del 19.02.24 avente ad oggetto il diniego di differimento del termine di restituzione e consegna dell’area demaniale in concessione; l’ordinanza del 12.02.24 a firma del responsabile del settore Ambiente, SUAP e Innovazione, avente ad oggetto la revoca dell’autorizzazione sanitaria numero 22 del 30.06.06 e dell’autorizzazione amministrativa numero 26 del 30.06.06 per l’esercizio dell’attività di somministrazione al pubblico di alimenti e bevande nonché di chiusura dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande e di stabilimento balneare.

Come si evince dal dispositivo, gli atti impugnati non sono sospesi: ad essere sospeso è soltanto lo sgombero della struttura fissa, considerato che la porzione di spiaggia assegnata era stata già ripresa in consegna dal Comune lo scorso 22 febbraio.

«La giustizia dovrà fare il proprio corso – dichiara al Quotidiano della Costiera Gianpaolo Esposito, rappresentante della società Marina Grande – e ringrazio l’avvocato Brescia Morra che perora la nostra causa. Ora i giudici avranno il tempo per approfondire visionando le carte. In questa vicenda è incomprensibile l’accanimento del Comune di Amalfi».

«Mio nonno Nicola ha fondato il primo stabilimento ad Amalfi, dando vita al turismo balneare. Sono cento anni che la mia famiglia opera su questa porzione di spiaggia» racconta Esposito che ha fatto del Marina Grande uno dei ristoranti gourmet di Amalfi, segnalato dalla Guida Michelin, preferito dai personaggi del jet set internazionale, dall’attore americano Edward Norton al batterista dei Coldplay William Champion.

«Nel corso del tempo abbiamo ottemperato a tutte le necessarie pratiche burocratiche, le stesse che ci hanno consentito di operare per tutto questo tempo – spiega il ristoratore – All’indomani della forte mareggiata del 1987, ad esempio, vedemmo autorizzato il nuovo progetto realizzato grazie a sovvenzioni regionali a fondo perduto. Siamo sempre stati in regola con ogni sorta di pagamento agli organi preposti».

«Il 15 marzo avevo previsto la riapertura del ristorante: a pieno regime abbiamo 18 collaboratori, tra sala e cucina, che a questo punto assumerò comunque, altrimenti rischio di perdere – rivela Esposito – Abbiamo già molte prenotazioni, specie di piccoli eventi, alcuni dei quali prevedono penali».

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