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Addio a Liliana De Curtis, figlia del grande Totò. Fu ospite a Tramonti nel 2012

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Si è spenta stamani a Roma Liliana De Curtis, la figlia del grande Totò. Aveva 89 anni.

I funerali si terranno a Napoli, ma la data non è stata ancora resa nota.

Liliana De Curtis era nata a Roma il 10 maggio del 1933, figlia del “principe della risata” e di Diana Rogliani. Le fu dato il nome di battesimo in ricordo di Liliana Castagnola, attrice a cui l’attore napoletano era stato legato e che si suicidò per amore di Totò. Ha partecipato alle riprese di alcuni film come San Giovanni decollato e Orient Express. È stata anche attrice di teatro e ha scritto alcuni libri. A Napoli il 21 settembre 2013 ricevette un premio alla carriera in occasione della festa di San Gennaro. Liliana De Curtis era molto legata alla Costiera Amalfitana. Spesso ospite a Tramonti, l’ultima volta alla kermesse “Calici di Stelle”, il 10 agosto del 2012, manteneva rapporti di cordialità col il vicesindaco Vincenzo Savino. Nel maggio dell’anno successivo la delegazione del Comune di Tramonti la omaggiò di una preziosa pergamena in occasione del suo 80esimo compleanno festeggiato al Teatro San Carlo di Napoli.

«Se ne va la straordinaria testimone di un’epoca – dice Savino al Quotidiano della Costiera -. Il Covid ha interrotto i nostri costanti rapporti telefonici. Sapevo che la malattia le aveva procurato difficoltà. Resta il ricordo di una persona cordiale ed entusiasta ogni qual volta veniva a trovarci, regalandoci qualche aneddoto, spesso inedito, del suo grande padre a cui tutti siamo legati».

L’11 agosto 2012 fu l’ultima volta di Liliana De Curtis a Ravello, nei luoghi tanto cari a suo padre.  Fu proprio Savino ad accompagnarla nella Città della Musica.

In piazza Vescovado, incontrò il sindaco Paolo Vuilleumier e il maestro Giampaolo Schiavo, poi tour a Villa Rufolo.

«Da bambina papà mi parlava spesso della bellezza di Ravello e di Villa Rufolo – ci confidò in quell’occasione Liliana De Curtiis – e ci veniva soltanto con mia madre. Non ha mai portato le sue amanti qui. Una delle foto più belle di mio padre e mia madre, che custodisco gelosamente, è stata scattata proprio a Ravello».

Per le sue permanenze a Ravello Totò sceglieva lo storico albergo Caruso, per sentirsi a casa. Infatti riconosceva le proprie origini ravellesi, visto che la famiglia De Curtis era iscritta al libro d’oro di Ravello già nel medioevo, prima di trasferirsi a Napoli.

«Non è un caso – aggiunse la De Curtis – che il vino preferito di mio padre era il Gran Caruso rosè».

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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