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Amalfi: cinquant’anni fa l’arrivo della venerata reliquia di San Biagio

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di ANDREA GALILEO

18 aprile 1974 – 18 aprile 2024. Cinquant’anni di memoria religiosa per la comunità di Amalfi. Le campane suonano a festa per ricordare la presenza cinquantenaria della reliquia di San Biagio da Sebaste.
Del Santo non abbiamo molte notizie, ma i racconti della tradizione riportano che egli visse a Sebaste, in Armenia, tra il III e il IV secolo.


Era dedito al servizio in quanto medico e venne, poi, consacrato vescovo della sua città.
Tre anni prima dell’Editto di Costantino, a causa dell’assenza di tolleranza dei Cristiani all’interno dell’Impero, venne imprigionato e dopo molte torture, tra cui quella celebre adoperata con il pettino di ferro per cardare la lana, venne decapitato.


Oggi è invocato come Santo protettore del mal di gola e la tradizione ci ci rammenta che il Vescovo Biagio liberò un bambino che stava soffocando per mezzo di una lisca di pesce.
La devozione, prima dell’arrivo della reliquia del Santo, era già ben radicata all’interno della comunità amalfitana; il popolo era solito venerarlo nella chiesetta della Confraternita della Santissima Trinità e presso San Nicola dei Greci.

Molto sentito era il fervore religioso nei suoi confronti, ma era necessaria una presenza del Santo più forte e tangibile per la comunità. Per questo motivo, Mons. Alfredo Vozzi, accogliendo il desiderio della comunità amalfitana di un sentimento di devozione così acceso, fece richiesta al vescovo Mons. Federico Pezzullo, vescovo di Policastro, il quale presiedette alla ricognizione delle sacre reliquie custodite a Maratea.
Le spoglie che oggi veneriamo, appartenevano ad una reliquia personale che Mons. Pezzullo aveva tenuto per sé.

Alle ore 18:00 del 18 aprile 1974 la reliquia arrivò ad Amalfi, accolta dal suono festoso delle campane, dal Vescovo Mons. Alfredo Vozzi, dal Capitolo cattedrale e da tutto il popolo di Dio, accorso numeroso. Le sacre resti vennero portate ad Amalfi da Mons. Umberto Altomare, vescovo di Teggiano, il quale presiedette alla Solenne celebrazione eucaristica, tenuta nella maestosa Cattedrale.

Dopo la Santa Messa pontificale, l’onorevole Francesco Amodio, già sindaco di Amalfi, a nome della popolazione e della confraternita del rione Vagliendola, pronunciò parole di ringraziamento per il dono ricevuto; ne seguì, poi, una processione solenne, presieduta da Mons. Andrea Afeltra, arcidiacono della cattedrale, che accompagnò la reliquia nella sua nuova casa.

Ancora oggi, anche se sono trascorsi cinquant’anni, la devozione e la percezione della presenza del vescovo di Sebaste è ancora forte in mezzo a noi. Tale devozione è alimentata dalle celebrazioni eucaristiche, celebrate nei giorni della festa, dalla antica confraternita che si prodiga ogni anno in onore della memoria del santo. Oramai celebre ed irrinunciabile per i fedeli, è il rituale dell’unzione della gola con l’olio benedetto, dal fresco profumo di bergamotto.

Il 2 febbraio del 2021, un anno dopo lo scoppio dell’epidemia da Coronavirus, Amalfi è stata protagonista di una delle catastrofi più tristi della sua storia: il cedimento della via principale del rione Vagliendola, dove è situata la chiesetta del Santo.
Era proprio il giorno che precedeva la festa, tutta la cittadinanza era turbata e sgomenta per l’accaduto. Fortunatamente, non si sono registrate vittime ed in cuor nostro, tutti siamo convinti che San Biagio è corso in aiuto. Sarà stato un caso? Non possiamo asserirlo con certezza, ma per un vero cristiano il “caso” non rientra nella sua fede.

Per celebrare la gioiosa ricorrenza, ieri sera la reliquia insieme alla statua del Santo sono state portate in cattedrale. A scandire questi giorni di festeggiamenti sono state le celebrazioni eucaristiche, una di esse presieduta da monsignor Antonio De Luca, vescovo di Teggiano-Policastro, successore del vescovo che portò la reliquia in mezzo a noi. Tra le celebrazioni non si è potuto far a meno di organizzare un convegno dove si parlasse della storia di questo avvenimento. Al convegno sono intervenuti monsignor Orazio Soricelli, arcivescovo di Amalfi-Cava de’ Tirreni, don Antonio Porpora, parroco di Amalfi; una rappresentanza del Centro di Storia e Cultura Amalfitana, il professor Giuseppe Gargano e l’avvocato Antonio Amatruda; il sindaco di Amalfi, Daniele Milano e il Commissario Episcopale della Confraternita, avvocato Bonaventura Landi. A moderare il dibattito il giornalista Mario Amodio.


Le celebrazioni dei festeggiamenti in onore del Santo vescovo sono state concluse con una processione la quale è terminata con l’arrivo nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Purtroppo il simulacro e la reliquia di San Biagio non hanno potuto fare ritorno nella loro chiesa a causa di grossi danni, che dovranno essere risolti al più presto.


Come scriveva Alessandro Manzoni, la fede è un riconoscimento di un fatto già presente e nell’incontro con il divino, è potenziato il senso religioso dell’uomo.

Foto: Michele Abbagnara

redazione
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