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“Etica e deontologia dell’informazione locale: giornalismo, non pubblicità”, a Nocera il corso di formazione su cibo e territorio

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“Cibo e territorio: comunicare e preservare” è il titolo del corso di formazione continua per i giornalisti dell’Ordine regionale della Campania in programma sabato 27 gennaio a Nocera Inferiore. L’interessante iniziativa, che si svolge presso l’aula magna “A. Pepe” della Curia vescovile, in Via Vescovado 4 (inizio ore 9,30), è promossa dall’Assostampa Valle del Sarno presieduta dal consigliere regionle dell’ODG, Salvatore Campitiello.

Il corso tratta gli argomenti di “Etica e deontologia dell’informazione locale: giornalismo, non pubblicità” per contrastare la cattiva comunicazione nel raccontare i territori.

La tavola rotonda prevede la partecipazione di Barbara Guerra ed Albert Sapere, curatori della guida 50 Top Pizza; Teresa Del Giudice, docente di Economia ed Estimo agrario presso l’Università Federico II di Napoli; Lucio Giacomardo, avvocato esperto di editoria e giornalismo.

Le relazioni saranno introdotte dal vescovo della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, mons. Giuseppe Giudice, e dai saluti di Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, di Mimmo Falco, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, e di Salvatore Campitiello, consigliere dell’Ordine e presidente dell’Assostampa Campania Valle del Sarno. L’incontro sarà moderato dal direttore dell’Ufficio diocesano Comunicazioni sociali e del mensile Insieme, Salvatore D’Angelo.

La mattinata aiuterà i presenti ad approfondire le peculiarità del territorio, a mettere in luce le eccellenze agroalimentari, tenere presente i doveri dei giornalisti nel comunicare il mondo del food.

La Carta d’informazione e pubblicità del codice etico e deontologico dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti si basa sul protocollo d’intesa, firmato il 14 aprile 1988 da giornalisti, agenzie di pubblicità e associazioni di pubbliche relazioni. Il documento chiarisce il ruolo del giornalista dinanzi al problema degli inserti, degli annunci, degli spot e stabilisce che i messaggi pubblicitari devono essere sempre e comunque distinguibili dai testi giornalistici. Al giornalista è vietato fare pubblicità, a meno che non sia a titolo gratuito e nell’ambito di iniziative che non abbiano carattere speculativo.

La natura pubblicitaria di una comunicazione riposa sulla circostanza della presenza di “uno scopo di promuovere la vendita di beni […] oppure la prestazione di opere o di servizi” (art. 2, c. 1°, lett. a, d.lgs. n. 74/1992), fine che è evidentemente incompatibile con quello, giornalistico, di fornire un’informazione obiettiva.

Lo ha stabilito il Tar del Lazio, con la sentenza n. 8919/2003, ricordando che nell’ambito del divieto di pubblicità occulte ricadono, in particolare, le ipotesi di pubblicità tradizionalmente denominata “redazionale”, la quale si rivolge al pubblico con le ingannevoli sembianze di un normale servizio giornalistico, apparentemente riconducibile ad una disinteressata scelta della redazione.

Casi, questi ultimi, molto frequenti in Costiera Amalfitana con la nascita e lo sviluppo di una costellazione di portali web che, pur non essendo giornali regolarmente registrati e con direttore responsabile, mescolano notizie di pubblico interesse a messaggi puramente promozionali senza tutele verso il lettore. L’esistenza di queste iniziative sono state regolarmente denunciate alle autorità preposte.

Emiliano Amato

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