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Grotta dell’Annunziata, Comune di Maiori dichiara decaduta concessione demaniale marittima

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di EMILIANO AMATO

Lo scorso 28 aprile il Comune di Minori, con apposita ordinanza, aveva disposto la cessazione dell’attività di parcheggio e rimessaggio barche all’interno e all’esterno della grotta dell’Annunziata, proprio al confine con il Comune di Maiori. Si è scoperto che la società che da oltre 25 anni gestiva gli spazi nell’anfratto prospiciente al porto turistico di Maiori svolgeva l’attività in mancanza delle apposite autorizzazioni “valide ed efficaci”, in assenza di “qualsiasi titolo abilitante di natura commerciale”.

Con  determina del 19 maggio 2023 a firma dell’architetto Anna Ruocco, responsabile dell’area  tecnica – urbanistica e demanio marittimo, il Comune di Maiori ha invece dichiarato decaduta la concessione demaniale marittima con relativo divieto di prosecuzione dell’attività commerciale di parcheggio di autoveicoli o vetture all’aperto, deposito, manutenzione e trasporto barche da diporto.

Inoltre al legale rappresentante della società che ha gestito gli spazi è stato ordinato lo sgombero dell’area da 385 metri quadrati, lasciandola libera nella disponibilità del Comune di Maiori.

La grotta “dell’Annunizata” risulta essere un bene vincolato sottoposto a tutela paesaggistica: al suo interno i resti di una cappella rupestre del XIV secolo e un lago naturale di interesse geologico. Sulla stessa parete rocciosa è stato progettato l’ingresso del tunnel Maiori-Minori.

Nel luglio scorso i funzionari territoriali della Soprintendenza di Salerno avevano effettuato un sopralluogo con i Carabinieri del Nucleo Tutela di Napoli. Venne accertata la realizzazione di opere abusive per lo svolgimento delle attività di parcheggio e rimessaggio: strutture con tubolari in ferro coperte da pannelli in plastica grecata, mentre all’interno della cavità la realizzazione di un piazzale interamente pavimentato in cemento, e all’interno della “sala lago”. una piattaforma in cemento e una scala in ferro.

Sulla muratura in pietra della chiesetta notate catene di rinforzo e malta cementizia a consolidamento dell’arco ogivale su cui vi è un affresco che risulta annerito. Ai proprietari è stato intimato l’abbattimento delle opere abusive e il ripristino dello stato dei luoghi.

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