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Amalfi

La tappa e le toppe

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di EMILIANO AMATO

Un’adeguata ed evoluta dotazione infrastrutturale costituisce un asset strategico per l’economia di una località turistica è, al tempo stesso, una condizione necessaria per il pieno sviluppo delle sue potenzialità, sia economiche che ambientali in genere. La storia recente evidenzia una Costiera Amalfitana che ha badato poco alle proprie infrastrutture, nemmeno a migliorare e potenziare l’esistente. Si è pensato a opere faraoniche, auditorium e inutili gallerie da 18 milioni di euro, trascurando il quotidiano, la manutenzione e la sicurezza delle strade e dei cittadini. Sono contro ogni speculazione, infatti tutti i problemi di viabilità li abbiamo denunciati negli anni, dai muretti fradici di Cigliano alle ringhiere sgangherate e arrugginite di Maiori al Due Torri.

Poi ci scappa il morto e riecco tutta l’attenzione sull’argomento. E arrivano i comunicati stampa, tutti puri, tutti concordi sulla “necessità”, sul “bisogna fare…”. Arriveranno gli avvisi di garanzia in attesa di conoscere i responsabili, innanzitutto morali. Intanto domani passa il Giro d’Italia sulla strada della morte.

Questa mattina, tra la nebbia e sotto la pioggia, operai della Provincia di Salerno a tentare di rattoppare le buche di un manto stradale fatiscente e sconnesso, sulla Strada Provinciale 75, a poche centinaia di metri dal luogo della tragedia di lunedì. Qui i corridori transiteranno a tutta velocità, del resto di una gara agonistica si tratta, non certo di una passeggiata in biciletta.

E’ questa un’immagine davvero imbarazzante, che fa ribrezzo in chi crede nelle istituzioni che rappresentano ogni cittadino. E’ l’immagine dell’approssimazione, della mancata programmazione, della cattiva amministrazione, dell apezza a colori, di chi, insomma, non ha a cuore il territorio e la sicurezza pubblica. E chi come me immaginava che grazie al passaggio del Giro d’Italia avremo visto le nostre strade in sicurezza, si è sbagliato di grosso.

L’auspicio è che domani vada tutto liscio (non come l’asfalto che i ciclisti troveranno sotto le proprie ruote). Dopo il Giro d’Italia, però, serve un giro di vite.

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