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Partecipare, scegliere, conoscere e dire di sì alla nostra sana e robusta Costituzione

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di STANISLAO BALZAMO

In queste ultime settimane noi – militanti storici della Costiera Amalfitana – abbiamo dato voce all’antico bisogno di esserci, di ritrovarci. Ognuno con la propria esperienza e con il proprio bagaglio politico e di appartenenza, sotto un comune denominatore: l’Antifascismo.

La tutela che un governo di destra imprime ad azioni marcatamente fasciste, i divieti in occasione della giornata della memoria di manifestare a sostegno del popolo Palestinese, lo sdoganamento del saluto romano, contribuiscono a diffondere il seme dell’odio, dell’intolleranza e del beneficio del più forte a danno dei deboli.

Se la Germania infatti sembra aver fatto i conti col proprio nefasto passato (vedi le ultime manifestazioni partecipate da oltre un milione di persone e la dura condanna di ogni tentativo di rivangare quel passato), in Italia questa linea non è stata ancora tirata. Il Presidente del Consiglio dei Ministri italiano non riesce a dichiararsi antifascista; Luciano Violante, esponente di punta di quel centro sinistra pallido, sbiadito, ha sostenuto l’equiparazione dei nazifascisti di Salò ai Partigiani. Forse, dopo quasi 70 anni dalla Liberazione c’è una segreta paura bipartisan di dichiararsi antifascisti?

Ebbene, e per fortuna, tali scelte politiche risvegliano in molti di noi la necessità un sussulto di coscienza, una ripresa dell’azione dal basso a difesa di valori e principi sacrosanti per la nostra comunità: primo fra tutti l’essere antifascista.

Che vuol dire oggi essere militante antifascista? Andare tra boschi e montagne? No, significa partecipare, scegliere, conoscere e dire di sì alla nostra sana e robusta Costituzione, che ci istruisce e ci difende da egoismi, soprusi e intolleranze di ogni genere; che ripudia la guerra, che ci insegna a essere autonomi da ogni potere precostituito (sia esso economico, politico o religioso), che mette il diritto al lavoro e allo studio come pilastro per l’autodeterminazione.

La nostra Casa Comune da oggi è l’A.N.P.I. e siamo certi che la voglia di partecipare e difendere i valori democratici sarà lo stimolo per la crescita collettiva. Del resto, già nel 1917, Antonio Gramsci scriveva:
Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano.

L’appuntamento è per stasera alle ore 18.00 presso l’aula consiliare di Minori per la prima assemblea pubblica con relativa apertura della campagna di tesseramento.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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