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Ravello, Tea Cappotto dottoressa in Biologia con tesi in genetica

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Con la tesi in genetica dal titolo “Il gene LMNA regola la proliferazione dello sviluppo del carcinoma epatocellulare HCC”, Carmen (Tea) Cappotto di Ravello ha conseguito la laurea triennale in Biologia all’Università Federico II di Napoli.

Il lavoro della studentessa di Ravello studia il carcinoma epatico primario (HCC) è il sesto tumore più comune al mondo e la terza causa di morte correlata al cancro anche in seguito alla rimozione chirurgica, data la sua complessità e la capacità di generare mestastasi*.

Soddisfatti i genitori Giuseppe e Maddalena che con la sorella Natalia hanno sostenuto Tea nel suo percorso di studi che proseguirà per la seconda fase. E anche noi ci uniamo alla gioia della famiglia augurando alla neodottoressa Tea Cappotto gli auguri più sinceri di ulteriori ed esaltanti successi professionali e personali.

*Come è noto per altri tipi di tumore, il carcinoma epatocellulare è caratterizzato da una iperespressione del gene LMNA che codifica per due isoforme diverse di proteine della lamina nucleare che riveste la superficie interna della membrana nucleare delle cellule eucariotiche: la lamina A e la lamina C, la cui espressione diminuisce o aumenta a seconda del tipo di cellula tumorale, portando a una riduzione del tasso di sopravvivenza e a un aumento di siti metastatici; alcune di queste proteine possono anche essere utilizzate come biomarcatori per predire uno stadio precoce dell’HCC.

In questo studio è stato messo in evidenza un nesso tra l’iperespressione del gene LMNA e lo sviluppo della neoplasia attraverso il metodo di Kaplan-Meier, che permette di stimare il tasso di sopravvivenza utilizzando due curve relative a due linee cellulari di pazienti affetti da HCC con un’alta e bassa espressione del gene LMNA: il confronto ha dimostrato che ad un’alta espressione del gene è associato un tasso di sopravvivenza minimo. In seguito, per poter analizzare il meccanismo molecolare legato allo sviluppo del tumore, il gene LMNA è stato silenziato attraverso la costruzione di un gRNA con la tecnica CRISPR/CAS9, trasfettato in due tipi cellulari distinti come la linea cellulare del carcinoma epatocellulare HepG2 e la linea cellulare renale 293T, di cui 5 sono state esaminate la proliferazione cellulare e la relativa migrazione delle cellule, oltre al tasso di formazione delle colonie rispetto alle linee cellulari “wild tipe”. Inoltre, la proliferazione di cellule neoplastiche è stata testata attraverso l’iniezione delle stesse linee cellulari in vivo, in topi BALB/c in condizioni non patogene.

Come risultato delle metodiche condotte, è stato dimostrato che la disattivazione del gene LMNA nelle due linee cellulari prese in analisi ha rallentato la capacità di formare metastasi, ha evidenziato un’iperespressione del gene soppressore del ciclo cellulare P16 e una ipoespressione del gene regolatore del ciclo cellulare CDK1. Per queste evidenze, il gene LMNA è stato definito come un oncogene cellulare nel carcinoma epatocellulare, cioè un gene che può potenzialmente indurre trasformazione neoplastica nelle cellule che lo contengono o nelle cellule in cui questo viene introdotto.

redazione
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