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La Caravella di Amalfi per sempre la casa del prof. Liuccio. Presto un’opera in sua memoria

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Se c’era un posto in cui il professore Giuseppe Liuccio si sentiva davvero a casa, questo era il ristorante “La Caravella” di Amalfi. Il suo arrivo in Costiera, nei primi anni Sessanta, coincise con la nascita dello storico ristorante divenuto subito celebre. Con Franchino Dipino e sua moglie Anna nacque da subito una sincera amicizia. Per anni il professore è stato la memoria storica della Caravella: qui ospitò personaggi illustri, primo tra tutti il premio Nobel alla Letteratura Salvatore Quasimodo. Da quell’esperienza nacque il mito del “Sole nel piatto”, l’impareggiabile soufflé al limone della signora Anna.

«Ieri il caro Professore ci ha lasciato – il commento di Antonio Dipino, titolare de La Caravella – ma apparterrà per sempre ai ricordi più belli del nostro ristorante. Mi ricordava sempre “il suo amico Franchino”, così chiamava papà. Ha scritto dei testi bellissimi su tutti i personaggi che ospitava ad Amalfi* e che passavano tutti dalla sua casa amalfitana, la Caravella. Sono stato onorato di aver ricevuto dalle sue mani, a Minori città del gusto, il premio dedicato alla memoria di Ezio Falcone, alla presenza di personalità del  calibro di Gualtiero Marchesi e Tullio Gregori».

Nel ristorante-museo del centro storico di Amalfi vivrà per sempre il ricorso del professore Liuccio.«Presto gli dedicheremo un angolo del nostro ristorante, con una nuova opera d’arte, così da lasciare una traccia indelebile della sua opera e della sua preziosa presenza tra noi. A nome della mia famiglia saluto un grande anfitrione del Grand Tour Amalfitano, sicuro che in cielo si è aggiunto un altro angelo, custode della leggenda della sua casa amalfitana, La Caravella. Alla moglie Elena, alla figlia Michela con Agostino e ai nipoti la nostra vicinanza».

*IL GRAND TOUR DELLA CARAVELLA

di Giuseppe Liuccio

Ci sono in Italia i “caffè letterari” e le “trattorie d’autore”, a dimostrazione che a tavola si sono scritte belle pagine di storia, letteraria e non. E le citta’ che hanno a cuore la propria memoria si sono preoccupate di raccogliere documenti e testimonianze da esibire con legittimo orgoglio, in pubblicazioni di pregio. Anche Amalfi, per la curiosità che accende nell’immaginario collettivo mondiale, è stata cornice magica di ispirazione per grandi artisti, a cominciate dai viaggiatori del Grand Tour. Ma c’e’stato un periodo più recente, gli anni ’60 del 1900, in cui i tavoli de “La Caravella” hanno registrato i colti e piacevoli conversari di poeti, romanzieri, pittori, gente del cinema, dello spettacolo, della moda, dell’economia. Io ne sono stato anfitrione ospitale, testimone attento, coprotagonista entusiasta. Qui ho raccolto le anticipazioni dell’ “Elogio di Amalfi” da Salvatore Quasimodo. Qui ho ascoltato in anteprima alcune delle più belle liriche delle “rime di viaggio per la terra dipinta” dalla voce calda di Alfonso Gatto. Qui mi sono lasciato coinvolgere dalla passionale gioia di vivere di Alberto Bevilacqua. Qui ho raccolto le confidenze di Diego Fabbri. Qui mi sono incantato all’ affabulazione poetica di due giganti del cinema: Federico Fellini e Alberto Lattuada. Qui, sotto gli occhi vigili di Lucio Amelio e Filiberto Menna, intellettuali di spessore internazionale, ho visto nascere la straordinaria avventura della “Pop Art” con Andy Warhol, Duchamp, Kounellis e i nostri Agnetti, Pistoletto e Del Pezzo, con Marcello Rumma a farmi da spalla e con Amalfi che recita il ruolo di capitale mondiale della pittura d’avanguardia in un filo diretto con le grandi capitali europee della cultura e dell’arte e con New York che le invidiava il primato.Qui, complice il calore della buona tavola, Schubert e Litrico, le sorelle Fontana e Roberta da Camerino, la principessa Galitzine e i Vergottini, con la straordinaria managerialità di Pino Correnti, trasferirono una scheggia di creatività del “made in Italy”, che si materializzava nell’happening colorato, festoso e coinvolgente della “moda mare”, nella baia della città luminosa alla gloria del sole della primavera. L’albo d’oro della Caravella non vanta solo le presenze di poeti e narratori di gran rilievo, di personaggi noti del monda del cinema e dello spettacolo, ma anche di prestigiosi esponenti del jetset internazionale. Di qui sono passati, tra gli altri, per una pausa di relax e di riservata convivialità, la regina di Belgio, Paola Ruffo di Calabria, Aldo Moro, Jacqueline Kennedy, all’epoca First-Lady Americana e Gianni Agnelli, l’avvocato per antonomasia, e tutti se ne andavano con negli occhi lo stupore dei panorami di Amalfi e nel cuore il ricorda gradevole di una ospitalità tanto calda quanto esclusiva, all’insegna dei sapori e saperi della tradizione della Caravella. Io sono orgoglioso testimone e custode di questa memoria.

redazione
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