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Ravello, tornata a casa 35enne ferita da petardo. Proseguono le indagini

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di EMILIANO AMATO

È tornata a casa Francesca, la 35enne di Ravello ferita a un occhio la notte di Capodanno dall’esplosione di un petardo. La giovane donna si trovava sul piazzale dell’auditorium “Oscar Niemeyer” per il silent party –  evento musicale nel corso del quale tutti i partecipanti ballano ma ascoltano la musica individualmente attraverso l’utilizzo di cuffie – quando alle 3,38 del mattino un petardo è stato fatto esplodere al centro della piazza (nella foto in basso il petardo acceso poco prima dello scoppio).

Residui del mortaretto hanno raggiunto la giovane donna al volto. Prima le urla di dolore, poi il sangue dalla parte superiore dell’occhio sinistro. Francesca è stata aiutata dalle persone che erano con lei tra cui suo fratello. Richiesto l’intervento del 118, i sanitari che l’hanno medicata sul posto hanno ritenuto di trasferirla direttamente all’ospedale “Ruggi d’Aragona” di Salerno.

LE CONDIZIONI

Qui i medici di turno al reparto di oculistica le hanno riscontrato un trauma dell’occhio per fortuna senza fratture, soltanto tumefazioni. Suturata la parte della palpebra lacerata, a causa di un’emorragia non si è potuto appurare se il bulbo oculare e la retina abbiano subito lesioni. Dopo il periodo di osservazione, quest’oggi Francesca è stata dimessa con un bendaggio all’occhio: bisognerà attendere che l’emorragia si assorba per la prognosi, determinante anche dal profilo delle responsabilità. Dopo il brutto spavento è ritornata dai propri affetti, incontrando familiari e amici che in questi giorni le sono stati vicini con messaggi e telefonate.

LE INDAGINI

I carabinieri della Compagnia di Ravello, diretti dal comandante Procolo Chiocca, stanno acquisendo tutti gli elementi atti a individuare la persona responsabile del lancio del petardo acceso in luogo pubblico a compromettere l’incolumità delle persone. Dalle testimonianze ai video realizzati dalle persone che si trovavano sul luogo al momento dello scoppio. Gli inquirenti i quali sono chiamati anche a valutare la produzione del mortaretto, se legale o meno. Prende sempre più corpo l’ipotesi della ragazzata. Ma se la prognosi dovesse superare i quaranta giorni c’è il concreto rischio che il responsabile debba affrontare un procedimento penale per le lesioni personali cagionate alla vittima. Il caso imporrebbe un’ammissione di colpe.

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redazione
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