E’ stato l’ultimo maestro casaro di Scala e tra gli eroici soccorritori degli ufficiali svedesi a bordo dell’aereo che precipitò sul Monte Carro nel 1947.
Ferdinando Bottone si è spento la scorsa notte, all’età di 97 anni e mezzo.
Ne danno il doloroso annuncio la moglie Ermelinda, i figli Rosa, Mimma e Raffaele, la sorella Anna, il genero, la cara nipote Raffaella, i nipoti.
Figlio autentico di Scala, ha incarnato la sua autenticità attraverso il lavoro di una vita, fatto di montagna e genuini prodotti lattiero caseario. Pastore prima e commerciante di latte, per diversi anni ha condotto l’attività di vendita nel centro storico di Amalfi prima di ritirarsi definitivamente a Scala. Il caseificio di Santa Caterina, in attività fino a una decina di anni fa, è stato fiero esponente dell’antica tradizione casearia dei Monti Lattari.
Il suo nome resta ascritto nella storia di Scala, con quelli degli altri “pastori buoni” che la sera del 18 novembre 1947, malgrado la pioggia battente, salirono fino in cima al Monte Carro dopo aver udito un tremendo boato. Davanti ai propri occhi uno scenario apocalittico di fumo e morte. Un aereo si era schiantato sulla montagna.
Con gli altri (oggi l’unico in vita resta Albino Ferrigno) si preoccupò di trasportare le salme dei ventuno cadetti svedesi periti. Tre furono i superstiti, debitamente assistiti.
La sciagura, la più grave subita dall’Aviazione Militare Svedese, commosse non poco l’intera Nazione scandinava ma al tempo stesso la legò per sempre alla città di Scala. L’anno successivo infatti, il popolo svedese costituì, in favore del Comune di Scala, un fondo dell’importo di un milione di vecchie lire (una cospicua somma per l’epoca) per la costruzione di un edificio destinato all’accoglienza, alla cura, all’educazione e alla formazione dei figli dei “Pastori Buoni di Scala”.
I funerali si svolgeranno domani, lunedì 17 giugno, alle 10.00 nel Duomo di San Lorenzo ove la salma giungerà dalla propria abitazione in via Gaetano Mansi, 11.