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“Sogno o son morto”, dal 2 al 5 febbraio torna in scena Scala Reale

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A Scala l’associazione Scala Reale porta in scena “Sogno o son morto”, una commedia brillante in due atti per la regia di Lorenzo Bottone. Spettacoli il 2,3,4 e 5 febbraio alle 20.00 nel teatro “Il Portico”.

Tradimenti e bugie, complotti e segreti d’ogni sorta popolano la vita dei protagonisti di “Sogno o son morto”. Eppure, potrebbe esserci ancora una possibilità di salvezza, ma solo fino a quando non risulterà evidente che questa è una storia in cui nessuno è del tutto innocente, ed è quindi vano qualsiasi tipo di riscatto.

Ma anche in un contesto tanto oscuro, risulteranno distinguibilissimi i tratti del teatro comico.

La storia tratta temi di un certo spessore morale come l’importanza che, troppo spesso, diamo alle apparenze, la facilità con cui “pesiamo” una vita in base a criteri prettamente materiali, superficiali, a quello che si possiede, alle ricchezze, alle ambizioni per il futuro, a quello che si mostra in superficie, in base ai limiti e ai difetti, e non tenendo conto a sufficienza, invece, delle emozioni, della profondità d’animo, degli alti valori creduti, incarnati e scelti da una persona come fondamenta della propria esistenza, dell’amore gratuito e incondizionato che si è capaci di dare agli altri.

Perchè, alla fine dei giorni, sono queste le uniche cose contano per davvero nel resoconto di un’esistenza.

Questi spunti seri, che porteranno, inevitabilmente, lo spettatore alla riflessione, sono miscelati alla perfezione con tanti momenti di assoluta leggerezza, tipici della tradizione comica napoletana.

Ma la caratteristica che, più di tutte, rende lo spettacolo quasi unico nel suo genere è l’essere una “commedia psicologica”. Già dal titolo, infatti, si intuisce il dubbio che si dipanerà lungo tutto lo spettacolo: ciò che viene rappresentato in scena è parte di un sogno, di una finzione bella e buona, oppure si tratta della realtà vera e propria?

E a questa domanda non ci sarà nessuna risposta univoca, valida per tutti, ma sarà ogni singolo spettatore a dare la propria e personalissima interpretazione, diventando, così, quasi un “personaggio attivo” della commedia stessa, complice diretto di quello che prenderà vita sul palcoscenico.

La scenografia, infine, completa il tutto, presentandosi come un elemento fondamentale della messa in scena.

Si tratta di una scenografia “simbolica” che spiega al pubblico il significato stesso della commedia.

Il fondale, infatti, è diviso in tre parti: quella centrale (vista di un panorama), al di fuori dell’abitazione in cui si svolge la vicenda, sta a significare il sogno, appunto, il mondo onirico, la vita ultraterrena; i due bordi laterali all’interno dell’abitazione (due pareti di muro), invece,  rappresentano il confine con la vita reale, la concretezza, la durezza dei giudizi umani e dei parametri che si usano per valutare gli altri.

Essa, qundi, rappresenterà un punto di riferimento costante per lo spettatore, sintesi visiva immediata e completa del senso stesso dello spettacolo.

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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