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Amalfi, gioia e commozione per il ritorno della Madonna del Pino. «Un segno del Cielo»

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di EMILIANO AMATO

Gioia e commozione ieri pomeriggio nel Duomo di Amalfi per la cerimonia di riconsegna della statua della Madonna del Carmine trafugata dalla chiesa periferica della Madonna del Pino di Pastena nell’agosto del 2014. Appalusi scroscianti all’ingresso del simulacro, vestito di un candido abito bianco, fissato sulla sua base originale, portato dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, gli stessi che l’hanno riportata a casa dall’Olanda, dov’era finita.

«Un segno del Cielo, la Madonna è voluta ritornare tra noi» ha detto il parroco della cattedrale don Antonio Porpora, visibilmente commosso, ringraziando quanti si sono prodigati nelle ricerche del tesoro di fede.

«Ricordo il senso di costernazione dinnanzi alla nicchia rimasta vuota, sebbene fosse stata sostituita con una pregevole statua questa non è andata mai sopita, così come la speranza che ha preso il posto di una profonda convinzione. Oggi siamo qui a fare festa, ed a ringraziare il Signore perché le nostre speranze non sono andate deluse. Oltre al disegno di Dio che certamente intravediamo c’è stata anche l’importante mano degli uomini» ha aggiunto il parroco (l’arcivescovo Orazio Soricelli non era presente per impegni precedentemente assunti e non procrastinabili) che al termine della cerimonia non è riuscito a trattenere la commozione scoppiando in un pianto liberatorio. Originario della frazione di Pastena, a quella sacra rappresentazione è legato sin dall’infanzia e il suo ritorno ad Amalfi coincide con il 40esimo anniversario di sacerdozio del canonico della Cattedrale.

Presenti alla partecipata cerimonia, oltre al sindaco di Amalfi Daniele Milano, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Salerno Giuseppe Borrelli, colonnello Filippo Melchiorre, comandante provinciale Carabinieri di Salerno, il capitano Massimiliano Croce, Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, il capitano Alessandro Bonsignore, comandante Compagnia Carabinieri Amalfi, il comandante della capitaneria di Porto di Amalfi Oronzo Montagna, il pubblico ministero della Procura di Salerno, coordinatrice delle indagini, Katia Cardillo confrontatasi  con gli avvocati Antonio Amatruda e Giocondo Santoro che hanno rappresentato la parrocchia.

«Ci sono state lunghe trattative con l’autorità giudiziaria olandese per ottenere il sequestro dell’opera, conclusesi positivamente grazie al contributo determinante di Eurojust – ha detto il procuratore Borrelli – Successivamente, dopo qualche ulteriore trattativa, si è riusciti a ottenere la restituzione del manufatto. Abbiamo ritenuto giusto restituirla in maniera pubblica alla comunità amalfitana che ha mostrato un forte legame a questa statua».

La statua della Vergine con bambino, un manichino in legno di scuola napoletana del settecento, snodabile con un corpo in legno dell’altezza di poco più di un metro, era stata messa in vendita online da un’antiquaria di una città non lontana da Amsterdam. A scoprirne la vendita, nel 2019, un giovane di Conca dei Marini, Pierpaolo Milo, con la passione per le sculture di scuola napoletana che aveva segnalato il caso ai carabinieri. Navigando in internet, all’hashtag #artenapoletana, sul social di Instagram apparve la Madonna amalfitana. Elemento fondamentale per il riconoscimento è stato un particolare, un’imperfezione (forse anche voluta dall’autore) nella pupilla dell’occhio destro (nella foto di seguito).

L’antiquaria olandese l’aveva a sua volta acquistata, per circa 4mila euro, da un venditore d’arte di Arezzo il quale adesso rischia un processo per ricettazione.  Era stata camuffata in un trolley da viaggio.

Inizialmente la richiesta di sequestro dell’opera per la conseguente restituzione era stata rigettata da parte delle autorità olandesi: per il loro ordinamento giuridico non conta la provenienza furtiva, ma la buona fede dell’acquirente. Di tutta evidenza che non si trattava di un semplice oggetto di antiquariato, la Procura di Salerno si è quindi affidata a Eurojust, l’agenzia istituita dal Consiglio dell’Unione Europea che sostiene il coordinamento e la cooperazione tra le autorità nazionali responsabili delle indagini e dell’azione penale contro la criminalità grave. Determinante il lavoro svolto dal pubblico ministero europeo, Aldo Ingangi.

«Il sentimento di Amalfi è di gratitudine – ha detto nel suo intervento il sindaco di Amalfi Daniele Milano Grazie a chi ha reso possibile la restituzione della statua, grazie alle donne ed agli uomini che sono riusciti a riportare la Madonna del Pino ad Amalfi. Rubare è un reato, rubare una statua da una chiesa è un brutto gesto non solo perchè sottrae qualcosa, ma perché vilipende una comunità che crede».

Al termine della cerimonia molti devoti hanno potuto ammirare la venerata statua che nei prossimi giorni sarà riportata nella sua sede naturale, a Santa Maria del Pino, dove sarà vestita dei suoi paramenti originali, lasciati dai ladri nella notte del trafugamento.

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