14.1 C
Amalfi

Antonio Scurati: «Fiero di essere cittadino europeo»

ultima modifica

Share post:

spot_imgspot_imgspot_img

Lo scrittore Antonio Scurati premiato al Parlamento europeo. A lui è stato assegnato quest’anno l’European Book Prize, il premio letterario, istituito nel 2007, che ha l’obiettivo di promuovere i valori europei e di contribuire a una migliore comprensione da parte dei cittadini dell’Unione Europea come entità culturale. 

Il suo romanzo “M. L’uomo della provvidenza”, secondo della serie bestseller edita da Bompiani, dedicata al fascismo e alla figura di Mussolini, ha guadagnato i favori della giuria composta da corrispondenti permanenti a Bruxelles e giornalisti provenienti da vari paesi dell’Unione Europea: Mikaela Weigel (Germania), Stefan de Vries (Paesi Bassi), Ana Navarro Pedro (Portogallo), Diego Rodriguez (Portogallo; presidente della giuria) , Ylva Nilsson (Svezia), François Clemenceau (Francia), Marc Bassets (Spagna), Alain Beauve-Mery (Francia), Jakob Hanke (Belgio), Pierre Haskey (Francia), Beatrice Delvaux (Belgio), Catherine Diess (Danimarca), Alexia Kefalas (Grecia), Sandrin Trainor (Francia), Charles Jaiguet (Francia), Anas Kinori (Italia) e Sebastien Le Foll (Francia). 

Del 2018 “M. Il figlio del secolo”, primo romanzo dedicato al fascismo e a Benito Mussolini: in vetta alle classifiche per due anni consecutivi, vincitore del Premio Strega 2019, è tradotto in quaranta paesi e diventerà una serie televisiva. Del 2020 è “M. L’uomo della provvidenza” e del 2022 “M. Gli ultimi giorni dell’Europa”.  Il cittadino onorario di Ravello ha rilasciato un’interessante intervista all’AGI.

Non capita tutti i giorni, anche a uno scrittore di successo, di ricevere l’European Book Prize, assegnato da una giuria di prestigiosi giornalisti europei. Che valore dà a questo premio dopo la trilogia di M.

Un grande valore. Al di là della personale soddisfazione per il prestigioso riconoscimento, ho potuto constatare che i valori, culturali e civici, ai quali il mio lavoro è ispirato, sono ancora largamente condivisi a livello europeo. Il fatto che i romanzi della trilogia di M siano tradotti e letti nel mondo mi conferma che la narrazione democratica e anti-fascista – che io mi sono sforzato di ereditare dalle generazioni precedenti – conserva un grande ascendente a livello globale. 

Il premio ha l’obiettivo di contribuire a una migliore comprensione da parte dei cittadini dell’Unione Europea come entità culturale. Gli italiani come guardano alla cultura europea? 

Purtroppo gli italiani, al pari di molte altri cittadini europei, non guardano con la dovuta attenzione alle istituzioni europee che li rappresentano, anzi, spesso le guardano con diffidenza o non le guardano affatto. Quelle istituzioni hanno avuto senz’altro le loro responsabilità nel generare questa distanza, talvolta addirittura diffidenza o avversione, eppure personalmente considero ciò un vero peccato. Resto convinto che da un’evoluzione nella direzione di una democrazia partecipativa di quelle istituzioni dipenda un futuro di progresso per l’Italia e per l’Europa stessa. Quanto alla cultura, non esiste cultura italiana senza cultura europea e viceversa. Io sono fiero di essere italiano, italiano ed europeo. 

I suoi libri hanno guadagnato i favori della critica, non solo in Europa (il New York Times le ha dedicato pagine importanti). M. sarà anche una fiction. Perché ancora oggi è necessario indagare un periodo storico e un personaggio su cui c’era già una vastissima letteratura? 

La novità rappresentata dalla mia narrazione del fascismo consiste in due aspetti: il primo è il fatto che quel terribile periodo, centrale per la storia italiana ed europea contemporanea, sia narrato nella forma del romanzo (sebbene aderente ai fatti documentati), vale a dire nella forma letteraria più democratica ed inclusiva che esista; il secondo è il fatto che il fascismo venga narrato attraverso i fascisti (il che non significa affatto ‘dalla parte dei fascisti’). Ciò consente, a mio avviso, di fare i conti fino in fondo con un fenomeno in gran parte dimenticato o rimosso dalla coscienza collettiva, partendo dal presupposto di esser stati fascisti, vale a dire all’insegna di un sentimento storico di responsabilità.  

Scrivere su Mussolini era necessario in quest’epoca per il suo pubblico o era necessario per lei da sempre raccontare la storia che ogni scrittore sente dentro di sé? 

La caldissima risposta del pubblico, italiano e internazionale, mi sembra dimostri inequivocabilmente che quella storia, narrata in questa forma, continui a parlare al presente, oggi più che mai. Moltissimi lettori hanno usato il libro come una sorta di mappa cognitiva per orientarsi nella comprensione delle incertezze del presente, sebbene i fatti narrati risalgano a cento anni or sono. Quanto a me, io credo di non aver mai portato questa storia ‘dentro di me’. Non ho mai subito la fascinazione della personalità di Mussolini. Al contrario, appartengo all’ultima generazione del Novecento educata nei valori e nei miti dell’antifascismo. Quando da ragazzo sognavo di diventare uno scrittore, sognavo di scrivere un romanzo sugli antifascisti, sui partigiani (cosa che ho fatto prima di scrivere M). Attraverso questa strada sono giunto all’idea che fosse divenuto possibile e, dunque, necessario provare a rinnovare la narrazione del fascismo. 

Come si considera oggi Antonio Scurati? Più scrittore o intellettuale? Cronista o ambientalista? 

Scrittore lo sono di sicuro, visto che trascorro la maggior parte del mio tempo a scrivere (con quali esiti giudicatelo voi). Forse perfino scrittore e intellettuale. Scrivo addirittura sui giornali (sempre meno) sebbene non sia il mio mestiere. Quanto alla qualifica di ‘ambientalista’ credo di non essermela ancora meritata ma spero di farlo nei prossimi anni. Vorrei impegnarmi su quel fronte sempre di più e ho qualche idea, qualche progetto… . 

Lei ha trascorso, sin da giovanissimo, lunghi periodi a Ravello, sulla Costiera Amalfitana, nella casa di famiglia, luogo d’ispirazione per alcuni dei suoi romanzi ma dove conduce una battaglia ambientalista (anche giornalistica) a tutela del territorio, per la sua salvaguardia dal rischio idrogeologico e dagli incendi. Ciò che è accaduto a Ischia può succedere in qualsiasi momento anche in Costiera e in altri territori fragili d’Italia. Ritornerà sull’argomento? 

Dobbiamo tutti ‘ritornare sull’argomento’ perché l’argomento ritornerà a noi sempre più spesso, purtroppo. Ciò che è accaduto a Ischia è già accaduto anche in Costiera, anche se in forme meno gravi e tragiche. Come ho avuto modo di raccontare, la terra è franata di recente anche proprio sotto casa mia, nella magnifica Ravello. Se qualche volta, invece di celebrare la bellezza della nostra terra, ho sentito l’obbligo morale di denunciarne i problemi, l’ho fatto per amore, solo per amore. Solo chi non ama questa terra può invitarci a non raccontare le piaghe che la affliggono e a non ammonire sulle minacce che incombono. Chi dice che ‘i panni sporchi si lavano in casa’ non vuole lavarli quei panni. Anzi, quasi sempre è il responsabile delle sozzure. 

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
spot_imgspot_img

articoli correlati

Papa Francesco: «I bambini portano sempre un messaggio. Pace negoziata è meglio di guerra senza fine»

«I bambini portano sempre un messaggio e aiutano noi ad avere un cuore più giovane». Lo ha detto ieri...

No Tunnel, 4 maggio grande manifestazione popolare a Minori

Il comitato NOT – No Tunnel Minori-Maiori organizza una manifestazione pubblica per ribadire ancora una volta, con forza,...

Violenze in famiglia e divieto di avvicinamento: arrestato 49enne di Minori

di EMILIANO AMATO A suo carico c'era un divieto di avvicinamento all’abitazione di sua madre e sua sorella. Ieri...

25 aprile, il senso più profondo della Liberazione

di NOVELLA NICODEMI Per i morti della Resistenza  Qui Vivono per sempre Gli occhi che furono chiusi alla luce Perché tutti Li avessero...