La Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e Paesaggio di Salerno ha espresso parere negativo alla realizzazione dell’intervento di ampliamento della sede stradale della ex strada regionale 363 da Castiglione a Ravello, in località Civita. La decisione della Soprintendente dopo la conferenza dei servizi decisoria sulla realizzazione dell’opera la cui progettazione è stata finanziata dall’ACAMIR (Agenzia Campana Mobilità, Infrastrutture e Reti).
Il tratto strale in questione, che presenta restringimenti di carreggiata fino a 4,70 metri, si riferisce ai due chilometri tra la Torre di Civita e il supermercato Despar, regolato da impianto semaforico a senso unico alternato.
L’intervento rappresentava il primo stralcio dell’allargamento della sede stradale nel tratto che va dalla “Torre di Civita” fino all’edificio denominato Torre dello Ziro (ex Villa Barbaro), per una lunghezza complessiva di circa 472 metri. Lo scopo è quello di aumentare le condizioni di sicurezza della sede stradale nel tratto in cui si restringe, riducendo nel contempo i disagi dei residenti e dei turisti che percorrono quotidianamente tale importante arteria, unico collegamento dei Comuni di Ravello e Scala con il Presidio Ospedaliero di Castiglione e con la SS163.
Con esclusivo riferimento alle competenze di natura paesaggistica, la soprintendente Raffaella Bonaudo (responsabile del procedimento Isabella Mandia) ha espresso parere contrario alla realizzazione dell’intervento così come presentato nei grafici oggetto di esame nella conferenza dei servizi.
Nelle motivazioni di legge: “Il dissenso manifestato con il presente parere può essere superato laddove – fatte salve ovviamente le valutazioni inerenti alla compatibilità paesaggistica dell’intervento nel suo insieme – si interpretino correttamente le precise indicazioni e disposizioni del PUT e degli strumenti urbanistici comunali. Il tratto interessato dalle opere in esame è solo una piccola parte della strada che collega Castiglione a Ravello che comunque presenta in molti altri punti notevoli restringimenti. L’adeguamento previsto, dunque, dovrebbe/potrebbe rappresentare un modello per risolvere in modo coerente ed univoco i problemi connessi con la percorribilità e sicurezza dell’intero tratto.
Si ritiene dunque indispensabile che l’intervento in esame proponga una reinterpretazione in chiave attuale delle tipologie costruttive di contenimento tradizionali, adeguandosi all’orografia dei luoghi così da definire un insieme che venga “assorbito” dal paesaggio, senza denunciarsi come nuovo e di notevole impatto”.
“Stante la finalità dell’intervento, del tutto condivisibile, quest’Ufficio resta disponibile ad esaminare prioritariamente nuove proposte progettuali che tengano conto dei rilievi e dei suggerimenti formulati” conclude la nota della Soprintendenza.
(foto Emiliano Amato)