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Centro Antiviolenza di Minori: un importante presidio per il territorio “dimenticato” dalle istituzioni

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo nota del direttivo del Centro Italiano femminile di Minori attraverso cui si evidenzia la preziosa attività svolta sul territorio nella gestione del CAV (Centro anti violenza) e i contestuali ritardi nei pagamenti del personale dipendente da parte della struttura pubblica. Segue testo integrale della nota.

L’estate spesso e volentieri induce in noi tutti l’idea di una “pausa” in cui staccare dal lavoro per riposare corpo e mente dalle fatiche dell’inverno. Le vacanze sono considerate un periodo di riposo fisico e di detox mentale per liberarsi dallo stress del lavoro e dalle incombenze quotidiane.

Questo è ciò che accade nell’immaginario collettivo, cosa diversa è per tutti coloro che vivono in situazioni di disagio socio-ambientale, ancor di più per chi attraversa situazioni conflittuali in famiglia e nello specifico per le donne che vivono situazioni di violenza. Si pensi che, il periodo estivo – implicando una prolungata condivisione degli spazi con il maltrattante – determina frequentemente non solo un aumento del numero stesso di episodi di violenza, ma anche un loro aggravamento.

Durante le vacanze la condizione di riduzione dei contatti esterni, la condivisione prolungata degli spazi abitativi con il partner violento e la difficoltà di contattare i servizi può, quindi, contribuire ad aumentare l’isolamento delle donne e costituire un serio ostacolo all’emersione di situazioni di violenza domestica e assistita.

Un analisi decennale del Centro Antiviolenza Costa d’Amalfi riporta un costante aumento delle telefonate al numero verde 800592814 oltre che di interventi in emergenza per mettere in sicurezza donne vittime di violenza, sia del territorio che turiste in vacanza nella nostra meravigliosa terra.
Nel rilevare il ruolo fondamentale che il Centro Antiviolenza, gestito dal Centro Italiano Femminile di Minori, svolge in Costiera Amalfitana in supporto alle vittime di violenza di genere, è utile rilevare anche il dato che 5 donne residenti in Costiera Amalfitana prese in carico dal CAV e dai Servizi Sociali Professionali sono state beneficiarie del Reddito di libertà e del “Contributo regionale per le donne vittime di violenza, figli orfani di feminicidio” previsto dall’Avviso Pubblico Multintervento Misure di assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza ed ai loro figli nonchè agli orfani di vittime di femminicidio. DPCM 16.11.2021. Legge Regionale 34 del 2017 annualità 2022. DD 321 del 12.09.2022.

Entrambe le misure hanno come obiettivo quello di favorire, attraverso l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione delle donne vittime di violenza e in condizione di povertà.
La lettura del dato è inequivocabile, sia nel confermare l’esistenza del fenomeno anche in Costiera che talvolta i “più” tendono a celare come “oasi del benessere”, che nel rilevare l’impegno da parte delle equipe professionali dei Centri Antiviolenza per l’elaborazione di Piani Personalizzati per l’uscita dalla condizione di maltrattamento.

E’ proprio nostra intenzione, allertare ancora una volta le Istituzioni locali ricadenti nell’Ambito Territoriale S2 ovvero i 13 Comuni costieri da Vietri sul Mare a Positano con Cava dei Tirreni capofila a poter ridare dignità lavorativa all’equipe professionale del Centro Antiviolenza Costa d’Amalfi difatti, nonostante erogati i fondi dalla Regione Campania sui capitoli del bilancio di Cava dei Tirreni, le strutture tecniche amministrative dell’Ambito sono insolventi, ergo, gli operatori attendono pagamenti di annualità precedenti, continuando a svolgere “volontariato” per l’annualità in corso.

Più volte il Coordinamento Istituzionale ha chiesto e sollecitato le procedure di pagamento ma ad oggi i due Centri Antiviolenza dell’Ambito, il Cav Costa d’Amalfi e il CAV di Cava de Tirreni, attendono invano di essere liquidati.

È responsabilità di tutti contribuire a creare una società in cui le donne siano protette e rispettate, ed è cosi che il circolo vizioso si autoalimenta venendo meno il principio cardine del rispetto dei valori tra i quali, in questo caso del lavoro altrui.

Centro Italiano femminile di Minori

redazione
http://www.quotidianocostiera.it
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