Il protagonista, Luigi D’Oriano, di uno dei film in rassegna, al momento, nelle sale cinematografiche italiane, Mixed By Erry, fa visita alla Comunità Montana Monti Lattari, a Tramonti, dove quotidianamente lavora il papà Giuseppe, alle dipendenze dell’Ente.
Luigi, originario di Castellammare di Stabia, infatti, interpreta Enrico Frattasio protagonista di un esemplare caso di pirateria musicale negli anni ottanta e novanta, lungo l’arco dell’intera penisola italiana.
L’ingegno di Enrico, unito a quello dei propri fratelli Giuseppe ed Angelo, in quei decenni li porta, appunto – più per caso che per effettiva intenzione – all’ambìto traguardo di prima etichetta musicale italiana ed al contempo alla più – ovviamente – piratata etichetta del mercato discografico del momento. Luigi, originario di Castellammare di Stabia – e chi è stato al cinema di recente può testimoniare – interpreta con la leggerezza del ruolo e la professionalità che la scena comporta, i fatti e le circostanze dei fratelli Frattasio, nonostante la sua giovane età, appena ventuno anni, ma già sufficienti per segnalarsi all’occhio artistico del regista Sydney Sibilia. Il quale, a sua volta, su suggerimento della responsabile del casting Francesca Borromeo, scrittura il giovane attore senza esitazione di sorta, non appena osservati i provini effettuati per la sceneggiatura dello stesso film. La cui preparazione scenica, ha raccontato Luigi al segretario generale della Comunità Montana, Antonio Marrazzo, è preceduta da tre mesi di forzata coabitazione dei tre novelli fratelli, pur di indurne una conoscenza e soprattutto approfondita confidenza, necessaria per costruire un legame familiare, che rendesse le scene sempre più autentiche. Tre mesi alternati, quindi, tra Napoli, Roma, Perugia e Sanremo. I luoghi del successo della riproduzione e vendita musicale dei fratelli Frattasio, infatti. La cui odierna notorietà cinematografica rende al grande pubblico lo spaccato di improvvisazione quasi geniale, visto l’enorme fatturato sorto dalla loro iniziativa, di intelligente – più che furbesca – pirateria. Ma la location più rilevante che non appare, ma che traspare dallo scorrere delle immagini è senz’altro il luogo in cui Erry e la sua pirateria musicale nasce: Forcella. Quartiere popolare della Napoli senza quartiere, per chi conosce Napoli e la sua complessità. Partendo da poco consegue tanto, Erry, anche senza immaginarlo. Ed al regista va, nondimeno, riservato, il dovuto merito, poiché da un caso di reale illegalità ne trae un modello di eticità. Quasi una legge del contrappasso per raccontare, grazie alle capacità degli attori, tra cui Luigi, che l’insuccesso – a volte – inizia nel momento del successo, come nel caso di Erry che conclude la sua mancata carriera di DJ – sua vera e confessata aspirazione – con una condanna penale. Messaggio che, in fondo, il regista lascia intendere allo spettatore ignaro di questo caso di vita concreta. Noto solamente a chi all’epoca – per ragioni di età, suo malgrado – conosce Mixed by Erryproprio comprando cassette musicali sul bancone di raffazzonate e piratate bancarelle di quartiere.