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Adolfo Bella, il partigiano della Costiera: 26 novembre presentazione del libro a Cava de’ Tirreni

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Adolfo Partigiano Gim”, è il titolo dell’opuscolo che raccoglie il frutto della ricerca condotta dal giornalista pubblicista Donato Bella sulla figura dello zio partigiano Adolfo Bella, che risulta essere l’unico partigiano nato e vissuto in Costiera amalfitana, precisamente a Positano.

Per l’autore, il libretto, che si avvale anche della prefazione di Ubaldo Baldi, presidente provinciale di Salerno dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I), vuole non solo essere occasione per dare il giusto riconoscimento al partigiano “Gim” (nome di battaglia di Adolfo Bella), del quale pochi conoscono la storia, ma anche per ritornare sulla necessità di tenere sempre vivo il ricordo di ciò che fu la Lotta di Liberazione dal nazifascismo, da cui sono nate la nostra Repubblica e la nostra democrazia.

Non a caso, è stata prevista una serie di eventi durante i quali si discuterà di tali argomenti; il primo di questi è in programma domenica 26 novembre, alle 18,00 presso il XXXV Live di Cava de’ Tirreni, proprio col titolo “80 anni dopo – coltivare la memoria”.

All’appuntamento di Cava, coordinato dal giornalista Emiliano Amato, direttore de Il Quotidiano della Costiera, dialogheranno con l’autore Maria Di Serio dell’A.N.P.I. provinciale di Salerno, Luca Pastore dell’A.N.P.I Cava de’ Tirreni, il musicista Nicodemo, ideatore e motore del XXXV Live, e Davide Trezza dell’associazione Spazio Pueblo di Cava de’ Tirreni.

Adolfo Bella operò nella provincia di Parma, precisamente nella valle del Taro, rendedosi protagonista di atti eroici. Proprio per questo, nel 2006, la giunta comunale del Comune di Borgo val di Taro chiese all’amministrazione di Positano, all’epoca guidata dal sindaco Domenico Marrone, di organizzare una cerimonia in cui consegnare al partigiano “Gim” un attestato di benemerenza. La manifestazione si tenne agli inizi del 2007.

Dopo tale occasione, la figura del partigiano della Costiera tornò ingiustamente nell’oblio. Secondo l’autore, però, la storia dei partigiani e delle partigiane non deve correre il rischio di essere cancellata, e l’impegno di ogni generazione deve essere quello di fare in modo che la memoria diella Resistenza e dei suoi protagonisti sia tramandata alle nuove generazioni. Ciò vale, quindi, anche per la storia di Adolfo-Gim, che merita il giusto rilievo, innanzitutto nella terra in cui è vissuto.

Nel corso degli incontri, ai partecipanti sarà fatto omaggio di una copia del libretto.

redazione
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