E’ nato e cresciuto all’ombra di una chiesa. Una delle più antiche e di pregio architettonico, divenuta il simbolo iconico di Ravello. Don Angelo Mansi, parroco del Duomo di Ravello, è legato visceralmente alla chiesa dell’Annunziata che, ironia della sorte, è sconsacrata da oltre mezzo secolo. Ma un monumento religioso resta tale per sempre: ed è per questo che proprio oggi, nel giorno dell’Annunciazione della Vergine, Don Angelo ha inteso ripristinare la celebrazione del rito secondo l’antica tradizione.
Appuntamento questo pomeriggio alle 17.30 nella piccola basilica duecentesca a tre navate che fu della nobile famiglia dei Fusco per il Santo Rosario: alle 18 la Messa.
A seguire momento conviviale secondo l’antica tradizione, con la degustazione di vino rosso, tortani con sugna e cigoli di maiale, formaggio e uova.
Dal 1437, infatti, nel giorno dell’Annunciazione venivano solitamente distribuiti tre moggi di pane ai fedeli che prendevano parte ai sacri riti.
Nel corso di una seconda festa, celebrata in occasione della terza feria dopo Pasqua, venivano distribuiti pane, vino e uova a chi offriva elemosine e altre oblazioni. Nella festa di Sant’Andrea, invece, la Congrega offriva il vino “in porta civitatis” (doveva trattarsi presumibilmente della vicina porta di San Matteo del Pendolo).
L’iniziativa è organizzata dalla Parrocchia di Santa Maria Assunta con l’associazione Ravello Nostra e Il Quotidiano della Costiera.
Il vino, Selva delle Monache rosso è offerto dalla Cantina Ettore Sammarco, il formaggio di pecora dall’azienda agricola Ruocco Carlo di Sambuco.